Manovra, interviene Antonio Pepe (Dir. Naz. Cgil)

“La manovra del Governo presieduto dal professor Monti deve essere modificata dal Parlamento, diversamente non reggerà il consenso che nel Paese si è creato, in modo da dare un segno di discontinuità con il precedente esecutivo”.
“Il sindacato si e' mosso sulla scorta della necessità del recupero di una iniziativa unitaria importante, che pone al centro il tema cruciale della giustizia sociale quale elemento non più eludibile nell'azione delle politiche pubbliche, in direzione del perseguimento dell'equità dei provvedimenti”.
E’ quanto dichiara Antonio Pepe del Direttivo Nazionale della Cgil.
“Sappiamo che la situazione del Paese è molto pesante e la crisi, ampiamente negata dal Governo delle destre, a guida Berlusconi, ha fatto perdere il lavoro a centinaia di migliaia di donne e uomini, soprattutto giovani, riducendo in termini di quantità e qualità il welfare e il potere di acquisto delle pensioni. Siamo consapevoli che bisogna evitare il fallimento del Paese. Questo è il punto su cui bisogna fare uno sforzo comune, sapendo però che non è possibile far pagare sempre i soliti: lavoratori dipendenti e pensionati. questo non è ammissibile sul piano etico e morale. Il Governo del Presidente, come è stato definito – evidenzia Pepe – non può soggiacere ai continui veti del PDL, perché il Paese richiede di agire diversamente facendo pagare chi ha di più e finora non ha pagato. Lo stesso discorso vale anche per l’opposizione del PD che si nasconde. Insomma, si pone senza se e senza ma la questione di una tassa sui grandi patrimoni ed una incisiva lotta all’evasione ed elusione fiscale, i tagli alla spesa pubblica improduttiva. Se il monito è quello di fare presto allora si recuperino le risorse dalle concessioni delle frequenze televisive e dai maggiori contributi per i lavoratori autonomi. È fondamentale dare una risposta positiva ai pensionati, ma anche ai tanti lavoratori in mobilità, e non solo, per evitare di cacciarli nel buio più assoluto. C'è bisogno di aumentare l’esenzione fino a 500 euro su ICI-IMU prima casa, come c'è la necessità di far pagare ICI e IMU sui locali della chiesa non oggetto di culto. Gli stessi adeguamenti degli estimi vanno realizzati per tutti, comprese assicurazioni e istituti di credito. Bisogna rimettere al centro l’iniziativa sulle risorse energetiche, attraverso l’apertura di un confronto con le compagnie, altrimenti i ritardi non saranno più recuperabili”.
Bas 03

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