L'Usb sul Don Uva: Si coinvolga l'Asp

L’unione sindacale di Base (Usb) ha partecipato all'audizione tenutasi ieri in IV commissione Consiliare regionale sui problemi della Casa Divina Provvidenza Don Uva.
“Tutti gli interventi sindacali – si legge in una nota dell’Usb – hanno sollecitato un più attento e sollecito intervento della regione in una fase che ormai vede quasi in dirittura d'arrivo la cessione dei beni della Congregazione senza che da parte del Commissario Straordinario sia stato mantenuto l'impegno di coinvolgere la regione e le OO.SS. Prima dell'emanazione del bando anche per poter insieme inserire i famosi paletti a salvaguardia dei livelli occupazionali”.
Per l’Usb “è sin troppo chiaro che gli enormi sacrifici chiesti ai lavoratori, la messa in mobilità di tanti, i contratti di solidarietà, il pesante carico di lavoro con doppi turni, gli ultimi accorpamenti di reparto, servono solo a creare risparmi che devono coprire in parte gli enormi buchi eredità di una gestione non solo dissennata quando fraudolenta.
Come USB abbiamo chiesto un coinvolgimento dell'ASP per una gestione diretta dei servizi oggi accreditati al Don Uva,con l'assorbimento di tutto il personale in servizio e di verificare l'utilizzo di locali anche diversi dall'attuale struttura Don Uva ,ad esempio quelli dell'ex San Carlo del rione Santa Maria .
Infatti al di là degli accrediti il patrimonio immobiliare è il solo bene oggetto della liquidazione commissariale di Potenza e risulta in parte strutturalmente deficitario tanto che sono stati previsti 20.000.000 di euro di intervento nell'anno 2017 per la riqualificazione del centro socio sanitario residenziale maschile.
Ci sembra inconcepibile dover partecipare all'acquisto di beni (gli accrediti) che sono già nostri o a fronte di un debito enorme nei confronti dello stato che questi non faccia valere diversamente un diritto di prelazione su beni di interesse sociale rilevanti nel panorama sanitario delle regioni Puglia e Basilicata.
Il problema è che si è stati accondiscendenti e attendisti per troppo tempo.
A 10 giorni dalla scadenza della II manifestazione di interesse, la Regione non può tollerare che la gestione di una parte importante dei suoi servizi socio sanitari venga ceduta sul mercato senza rivestire un'adeguata azione di vigilanza e controllo.
Invitiamo tutto il personale alla massima attenzione e ad essere pronto per prossime iniziative di lotta”.
 bas04

    Condividi l'articolo su: