“Dopo aver stravolto la struttura del diritto alla pensione facendolo diventare un miraggio in assenza pressoché totale di resistenza e contrapposizione, nella trattativa sul mercato del lavoro e sugli ammortizzatori sociali, le organizzazioni sindacali invitate hanno pressoché unanimemente accettato la riduzione complessiva della copertura degli ammortizzatori sociali attuali. Scompare la cassa integrazione straordinaria in caso di chiusura azienda, e scompare la mobilità e quindi la riduzione della tutela in caso di licenziamenti collettivi, che passa di fatto da quattro anni ad un anno, sostituendola con una fantomatica ASPI (assicurazione sociale per l’impiego) che, essendo un’assicurazione, probabilmente sarà finanziata anche dagli stessi lavoratori, e che ha un tetto massimo di 1.119 euro lordi riducibili dopo sei mesi e poi ancora ulteriormente riducibili e così via.
Sulla riforma dei contratti non vengono cancellate né la Legge 30 né il pacchetto Treu che hanno introdotto ed incistato la precarietà in tutte le pieghe della società, non solo nel lavoro, e che sarebbero davvero le norme da far scomparire, ma si fa una operazione di maquillage sui tempi determinati e sulle partite IVA improprie”. Lo dichiara l’Usb di Basilicata che annuncia la partecipazione alla manifestazione nazionale del 31 marzo a Milano indetta da Usb, il Comitato No debito e altre associazioni e organizzazioni.
BAS 05