L’UniBas contro la violenza sulle donne

Promossa l’iniziativa “Frammenti che parlano – Riparare le ferite con l’oro del rispetto, rompere il silenzio sui femminicidi”, un progetto che intreccia memoria, arte e impegno civile. L’evento si terrà martedì 25 novembre, alle ore 10.00, presso il Campus di Macchia Romana.

In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, l’Università degli Studi della Basilicata promuove l’iniziativa “Frammenti che parlano – Riparare le ferite con l’oro del rispetto, rompere il silenzio sui femminicidi”, un progetto che intreccia memoria, arte e impegno civile.

L’evento si terrà martedì 25 novembre, alle ore 10.00, presso l’Aula Magna del Campus di Macchia Romana a Potenza, con la partecipazione delle autorità accademiche e civili.

Il progetto si ispira al kintsugi, antica tecnica giapponese di restauro, che utilizza l’oro per ricomporre le fratture della ceramica: le rotture diventano parte della storia dell’oggetto, simbolo di cura e rinascita.
Allo stesso modo, i territori segnati dai femminicidi recano ferite profonde. Ogni vita spezzata lascia un’assenza che attraversa famiglie, comunità e spazio pubblico.

Per questo, in alcuni luoghi centrali dell’ateneo, verranno posizionate mattonelle commemorative: superfici frammentate ricomposte con oro, ciascuna con inscritto il nome di una donna vittima di femminicidio. Simbolo di memoria attiva e impegno civile, le mattonelle raccontano il dolore, ma anche la possibilità di trasformarlo in giustizia, rispetto e responsabilità condivisa.

A ogni mattonella è collegato un QR code per accedere a testimonianze e contenuti multimediali dedicati al ricordo delle vittime. Un archivio aperto per non dimenticare, per continuare a interrogarsi, per evitare che la violenza si ripeta.

L’Università della Basilicata aderisce, inoltre, alla Campagna “Posto occupato”, riservando simbolicamente un posto in ogni Aula Magna dei tre plessi universitari “per una donna che non c’è più”. Il gesto, semplice ma potente, vuole ricordare che ciascuna vittima di violenza – prima che un marito, un amante, uno sconosciuto decidesse di porre fine alla sua vita – aveva un posto nella società, a scuola, sul tram, a teatro etc., e la società tutta è chiamata a non dimenticare.

Contrastare i femminicidi significa agire su più livelli: culturale, sociale e istituzionale. Servono educazione, prevenzione, ascolto, politiche efficaci e una trasformazione dei modelli relazionali.

Unibas attraverso la ricerca, la formazione e il dialogo con il territorio, intende contribuire con forza e determinazione a questo processo.

    Condividi l'articolo su: