Lucani Insigni 2012, Antonio Preziosi

Da inviato a Palazzo Chigi alla direzione del Giornale Radio. Tutta dentro l’azienda pubblica la carriera del giornalista lucano che, a proposito dello strumento radiofonico, dice sicuro: “E’ il mezzo più moderno nonostante l’antichità tecnologica”

<strong>La passione per il giornalismo e l&rsquo;amore per la radio</strong><br />La citt&agrave; di Matera e un noto professionista lucano. Sono stati i luoghi e le persone della Basilicata a dargli lo stimolo, a fargli scattare la passione per il giornalismo inteso come racconto di fatti e vicende della contemporaneit&agrave;. Ci tiene molto a sottolinearlo Antonio Preziosi, premiato come &ldquo;Lucano Insigne 2012&rdquo;. Luoghi e persone di una regione che, sebbene periferia lontana dalla cronaca nazionale, hanno saputo suscitare in un bambino tutta quella curiosit&agrave; che &egrave; condizione indispensabile per svolgere, a qualunque livello, il mestiere del cronista.<br /><br />&ldquo;Avevo 9 anni quando il mio maestro delle elementari Michele Laviola mi port&ograve; in quel posto magico che &egrave; la citt&agrave; di Matera a vedere le foto scattate dal maestro Notarangelo&rdquo;, racconta. Domenico Notarangelo aveva iniziato a fotografare nel 1960 quando divenne corrispondente del L&#39;Unit&agrave; e intuisce, da subito, che insieme alla notizia &egrave; utile la pubblicazione di immagini per rafforzare il concetto che si vuole trasmettere al lettore. Nei decenni in cui ha esercitato la professione di giornalista ha seguito con assiduit&agrave; tutte le iniziative di carattere politico, sindacale e culturale raccogliendo una vasta documentazione che oggi ha trasformato in un archivio fotografico, forse il pi&ugrave; nutrito fra quelli esistenti in Basilicata. Un patrimonio che potrebbe tornare molto utile alle nuove generazioni che vogliono conoscere la storia di Matera e della Basilicata. Il &lsquo;Maestro&rsquo;, come ormai viene chiamato, ha inoltre collaborato con importanti registi che hanno girato film nella nostra regione, in modo particolare Pier Paolo Pasolini quando ha realizzato a Matera Il Vangelo secondo Matteo, e poi Francesco Rosi, Liliana Cavani, Luigi Zampa e altri.<br /><br />Evidente il fascino che un personaggio del genere possa aver esercitato su un ragazzo che si stava formando. &ldquo;I suoi erano scatti che sapevano raccontare, carichi di suggestione. Straordinarie immagini in bianco e nero che mostravano prospettive nuove, svelavano dettagli inaspettati. Una sapienza quasi artigianale che il maestro trasmetteva con singolari giochi di equilibrio tra luce ed ombra. E poi la storia della Basilicata &ndash; spiega Preziosi – raccontata attraverso immagini scattate a partire dal dopoguerra. La citt&agrave; di Matera come sfondo straordinario, scenografia unica di tante vicende di cronaca, occasioni storiche, eventi di cui la nostra regione &egrave; stata protagonista&rdquo;.<br /><br />Policorese ma originario di Pisticci, classe 1967, Antonio Preziosi &egrave; uno dei figli di questa terra che si &egrave; affermato nel giornalismo e nella comunicazione. Da agosto 2009 direttore del Giornale Radio Rai e di Radio1, Antonio ha fatto una carriera tutta dentro viale Mazzini (&ldquo;sono l&rsquo;uomo Rai per eccellenza&rdquo;) e tutta dedicata alla radio. L&rsquo;amore per il mezzo di comunicazione inizia a Policoro, negli anni &rsquo;80, quando faceva lo speaker e il conduttore nella locale &ldquo;Poliradio stereo&rdquo;. Prima di allora per&ograve;, come ricorda, prese confidenza con lo strumento che era ancora bambino in una delle prime radio libere degli anni &rsquo;70, la Studio P. &ldquo;Un giorno decisi di andare a bussare a quella porta, mi presentai coi miei calzoncini corti e dissi: &lsquo;Vorrei lavorare per voi&rsquo;. Mi guardarono con aria incredula, poi fui introdotto nella stanza fumosa di un signore con la barba lunga, pieno di giornali, il classico intellettuale libero di quel tempo che mi chiese cosa volessi. &lsquo;Vorrei fare un programma per voi&rsquo; dissi. Diversi minuti di silenzio e, poi alla fine: &lsquo;al massimo potresti fare una trasmissione per bambini&rsquo;. E cos&igrave;, a dodici anni, realizzai il mio primo programma in cui mandavo in onda le sigle dei cartoni animati, da Heidi a Rem&igrave; a Goldrake&rdquo;.<br /><br /><strong>Da inviato a direttore Rai</strong><br />Dopo il liceo scientifico &ldquo;Enrico Fermi&rdquo;, Antonio va a Roma a studiare Giurisprudenza presso l&rsquo;universit&agrave; &ldquo;La Sapienza&rdquo;, qui si laurea con lode con una tesi sulla tutela dei diritti umani. A 25 anni si guarda intorno, la professione di avvocato non lo alletta particolarmente, cos&igrave;, decide di dedicarsi a quella che &egrave; la sua vera passione. Si iscrive alle selezioni presso la Scuola di giornalismo radiotelevisivo della Rai a Perugia appena istituita, selezioni riservate solo a laureati eccellenti. E&rsquo;il 1992 e insieme a lui, in quel biennio, ci sono allievi diventati illustri nomi della televisione pubblica: Giovanni Floris, Monica Maggioni, Gerardo Greco, Ettore Giovannelli. Subito dopo la scuola e l&rsquo;esame di Stato da giornalista professionista, Preziosi viene assunto alla Rai di Palermo come cronista e conduttore del telegiornale della Sicilia. E&rsquo; l&rsquo;unico lavoro televisivo. Perch&eacute; poi viene chiamato a Roma al Giornale Radio. Qui diventa inviato speciale presso la presidenza del Consiglio dei Ministri e per undici anni segue l&rsquo;attivit&agrave; dei presidenti Romano Prodi, Massimo D&rsquo;Alema, Giuliano Amato e Silvio Berlusconi, partecipando e raccontando i principali avvenimenti di politica interna e internazionale, dai G8 ai vertici europei, oltre a incontri bilaterali con i principali leader mondiali. Tante le interviste esclusive realizzate.<br /><br />Insomma, una carriera giornalistica tutta ai massimi livelli, coronata dalla nomina a direttore di Radio1. All&rsquo;interno di quella che &egrave; l&rsquo;emittente radiofonica pi&ugrave; antica e, non a caso, tra le pi&ugrave; seguite d&rsquo;Italia, &egrave;<img alt="Antonio Preziosi" src="/consiglionewcma/files/images/44/41/55/IMAGE_FILE_444155.jpg" style="width: 400px; height: 434px; border-width: 2px; border-style: solid; margin: 2px; float: right;" /> compresa la testata del Giornale Radio, testata di punta della televisione pubblica che ogni giorno offre informazione e approfondimento a milioni di radioascoltatori. Dello strumento radiofonico, Preziosi non smette di decantare l&rsquo;assoluta modernit&agrave; nonostante gli oltre 100 anni di vita. &ldquo;La radio – dice – pur essendo uno strumento antico tecnologicamente &egrave; allo stesso tempo il pi&ugrave; moderno perch&eacute; pi&ugrave; di tutti si presta a cavalcare le nuove tecnologie, qualunque esse siano. Non ascolti la radio soltanto dalla radiolina o dalla macchina ma anche on line, la senti attraverso i cellulari e gli mms sonori, la segui in televisione grazie al satellite. Si tratta quindi di uno strumento incredibilmente moderno e capace di una vitalit&agrave; insospettata&rdquo;. Dell&rsquo;esperienza come direttore del Giornale Radio e di Radio1, Preziosi rivendica l&rsquo;impegno a &ldquo;levare la polvere continuamente dal mezzo radiofonico. Il nostro zoccolo duro di ascoltatori ha oltre sessant&rsquo;anni &ndash; spiega &ndash; ed &egrave; un pubblico che coccoliamo e che vogliamo conservare a lungo, continuando a usare il linguaggio a cui sono abituati, con le nostre trasmissioni storiche e con la nostra informazione. Ma poi ci rivolgiamo anche ai pi&ugrave; giovani, ad esempio curando le scelte musicali, puntando su una musica non pi&ugrave; di nicchia con in prima fila i grandi classici italiani e internazionali e le novit&agrave;. Abbiamo anche infranto qualche tab&ugrave;: a Radio1 si pu&ograve; finalmente ascoltare Celentano e Mina, i Beatles e i Rolling Stones. Insomma, abbiamo optato per una musica che accompagni l&rsquo;ascolto, il tappeto lo chiamo io su cui camminano le notizie&rdquo;.<br /><br /><strong>I riconoscimenti e l&rsquo;impegno nella formazione</strong><br />Nonostante tutti i successi e le soddisfazioni professionali che lo hanno portato, anche idealmente, lontano dalla Basilicata, Antonio si sente lucano a tutti gli effetti. Appena pu&ograve; torna a Policoro a rivedere la sua famiglia e a incontrare i vecchi amici. Un orgoglio e un&rsquo; appartenenza rivendicati anche nelle cerimonie pubbliche che lo hanno visto protagonista in occasione dei numerosi riconoscimenti ricevuti. Com&rsquo;&egrave; accaduto durante la nomina a Commendatore della Repubblica italiana avvenuta il 27 dicembre 2012 al Quirinale, quando alla fine del suo discorso di ringraziamento non manca di rivendicare le sue origini non solo meridionali ma, appunto, lucane. Prima della nomina a Commendatore altri riconoscimenti e diverse onorificenze. Nel 2010 riceve il Premio Amalfi per il giornalismo radiofonico; nel 2011 riceve a San Fele, nell&rsquo;ambito del prestigioso Premio Penisola Sorrentina, il Premio San Giustino de Jacobis intitolato al missionario lazzarista lucano, settimo di 14 figli di una famiglia di San Fele, morto nel 1860 e proclamato santo da Papa Paolo VI nel 1975. Nello stesso anno Papa Benedetto XVI lo nomina Consultore del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni sociali.<br /><br />Se Antonio Preziosi ricorda sempre la Basilicata &egrave; anche la Basilicata a ricordarsi di lui. Dopo il Premio Lucano Insigne 2012 ricevuto nella cerimonia di Rifreddo lo scorso marzo, il 21 luglio riceve a Maratea il premio Maratea moda &ndash; Eccellenza lucana 2013 nell&rsquo;ambito della 3&deg; edizione della rassegna di moda promossa dalla Pro Loco &ldquo;La Perla&rdquo;. Nell&rsquo;occasione Preziosi presenta il suo ultimo lavoro editoriale, Radiocronaca di una crisi, dove riflette sul ruolo educativo dell&rsquo;informazione in un momento di crisi come questo e di come i giornalisti hanno la responsabilit&agrave; di spiegare quello che sta succedendo. Sono numerosi i suoi saggi e articoli sui temi della comunicazione, notevole anche la sua attivit&agrave; accademica e l&rsquo;impegno nella formazione. &ldquo;Credo molto nel veicolo del sapere, i ventenni di oggi sono pieni di passioni basta solo saperle tirar fuori&rdquo; dice in ogni occasione. E&rsquo; docente di vari corsi di giornalismo e comunicazione presso l&#39;universit&agrave; pontificia salesiana, la &ldquo;Luiss Guido Carli&rdquo;, l&rsquo;ateneo lateranense. Ha insegnato al laboratorio di giornalismo radiotelevisivo della Scuola di Giornalismo di Potenza. Definisce la sua una professione e non mestiere, che per essere esercitata bene necessit&agrave; di un idoneo percorso professionale. &ldquo;Il giornalismo non morir&agrave; mai e mai sar&agrave; ridimensionato &ndash; dice – per&ograve; ad una sola condizione: che conservi sempre il crisma dell&rsquo;attendibilit&agrave;&rdquo;. (C. S.)<br /><br />Fonti:<ul> <li> http://www.rai.radio.it;</li> <li> Preziosi A., L&#39;informazione giornalistica nell&#39;et&agrave; tecnologica, Elledici, Torino, 2002;</li> <li> Preziosi A., Comunicare la professione, Comunicazione Italiana, Roma, 2004;</li> <li> &ldquo;Antonio Preziosi. La radio che ti senti&rdquo;, in http://www.santantonio.org;</li> <li> Preziosi A., Radiocronaca di una crisi, Rai Eri, Roma, 2013;</li> <li> http://www.laradio.it;</li> <li> http://www.sassilive.it</li> <li> http://www.muvmatera.it</li></ul>&nbsp;&nbsp;

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