Lopatriello: rivedere i confini regionali, macroarea costa jonica

La proposta è del sindaco di Policoro dopo il ritorno d'attualità dell'abolizione delle Province nella manovra estiva

“Il Governo nazionale è in pieno caos. Il giorno presenta una manovra economica e durante notte viene stravolta”. Così si esprime il primo cittadino di Policoro, Nicola Lopatriello, dopo l’ennesimo vertice di maggioranza nella Capitale che toglie il contributo di solidarietà, ridimensiona i tagli agli Enti Locali e abolisce tutte le Province. “In attesa dell’ennesima capriola contabile la novità, ad horas, è quella della cancellazione di tutte le Province d’Italia e non solo di quelle più piccole come densità di popolazione (meno di 300 mila abitanti) e con un’estensione al di sotto del 3000 mila Km quadrati. Ebbene se la linea dovesse essere confermata, le entità geografiche regionali potrebbero essere stravolte. Nel senso che oggi le Province sono Enti intermedi tra i Comuni e le Regioni e fanno da cerniera istituzionale oltre che da collante sociale tra le varie entità amministrative locali. Con la probabile loro abolizione, salvo retromarcia del Governo, si aprirebbero fratture territoriali che potrebbero sfociare in un progetto geografico nuovo da qualcuno rispolverato negli ultimi tempi. Mi riferisco a nuove entità geografiche più omogenee culturalmente, morfologicamente e con appartenenze storiche simili tipo le macroaree. Ad esempio il Metapontino potrebbe pensare ad un’area a sé dialogando con Comuni della costa lucana, pugliese fino a Taranto e della Calabria jonica fino a Trebisacce, magari spingendosi anche oltre fino a Crotone. Già ci sono i primi fermenti e personalmente ho già testato nei giorni scorsi la disponibilità di molti Municipi a questo progetto di una sorta di Regione dello Jonio, sul quale ho riscontrato grande interesse da parte di molti amministratori. Parlando tutti la stessa lingua possiamo tranquillamente pensare e programmare meglio lo sviluppo di aree con gli stessi interessi, nel nostro caso turistici e servizi annessi, e lo stesso potrebbero fare i Comuni dell’entroterra sul versante del turismo di montagna. Finora proprio per le diversità territoriali che ci caratterizzano non c’è stato in Basilicata uno sviluppo armonico delle varie aree, anzi in qualche caso per non penalizzarne qualcuna si è preferito mantenere lo status quo: un freno per il decollo dei nostri territori, e lo stesso dicasi in altre Regioni come la Campania, la Puglia e la stessa Calabria. Ora con questa inversione di tendenza dell’abolizione delle Province, si può pensare alla rivisitazione dei confini regionali di tutta Italia e chissà che da questa riforma, vera e strutturale, non riparta la locomotiva Italia verso un nuovo sviluppo economico”.

BAS 05

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