LO PSICOLOGO A SCUOLA COME STRUMENTO DI PREVENZIONE

L’istituzione di tale figura nelle scuole lucane, prevista dalla legge regionale, proposta da Polese e Cifarelli, mette d’accordo tutti, dalla comunità educante, ai ragazzi, all’ordine regionale degli psicologi, al Garante dell’adolescenza

Istituire un servizio strutturato e permanente di psicologia scolastica all’interno degli istituti scolastici di ogni grado, un insieme coerente di attività integrate e coordinate tra loro, relative alle tematiche e problematiche proprie del mondo della scuola. A tanto mira la legge regionale n.27 del 10 agosto 2022 “Istituzione del servizio di psicologia scolastica”, che fa della prevenzione la principale leva sui cui intervenire, non finalizzando, dunque, l’opera dello psicologo, alla sola azione “riparatoria”. L’approfondimento testuale, ospitato nel taccuino “Il punto su”, evidenzierà tramite le parole dei proponenti, i consiglieri Polese (Iv-RE) e Cifarelli (Pd) i punti centrali della legge, aprendosi, poi, a contributi esterni, quello di Luisa Langone, presidente dell’ordine degli Psicologi della Basilicata, di Claudia Datena reggente dell’Ufficio Scolastico Regionale per la Basilicata e del Garante dell’infanzia e dell’adolescenza, Vincenzo Giuliano. Si è inteso dare spazio ai protagonisti del mondo della scuola, ascoltando e accogliendo i loro punti di vista. Abbiamo intervistato il dirigente scolastico dell’I.I.S. “G. Fortunato” di Rionero in Vulture, Antonella Ruggeri, il dirigente scolastico, Lucia Girolamo, e la referente del servizio di psicologia scolastica, professoressa Anna Zicca, del liceo Galileo Galilei di Potenza che hanno riportato oltre al loro pensiero, le impressioni di alcuni studenti. 

La legge regionale si inserisce a valle del protocollo d’intesa siglato nell’ottobre 2020 dal Ministero dell’Istruzione e il Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi per garantire un supporto psicologico al personale scolastico, agli studenti e alle famiglie, per far fronte a traumi e disagi derivati dall’emergenza Covid-19. La pandemia, come attestano diversi studi, ha incrementato notevolmente i problemi psico-comportamentali nei bambini e adolescenti. L’Organizzazione Mondiale della Sanità e l’Istituto Superiore di Sanità evidenziano l’effetto iceberg (una parte di disturbi seri ed evidenti e una quota preponderante di situazioni di disagio e malessere) che richiede strategie di prevenzione per favorire una crescita psicologica consapevole. Con gli interventi messi in atto dal Ministero dell’Istruzione con il Protocollo d’intesa e dai legislatori regionali (anche le Regioni Abruzzo, Marche, Puglia, Lazio si sono dotate di leggi in tal senso mentre è in fase di discussione un progetto di legge analogo in Parlamento), l’Italia, protagonista di una serie di manovre legislative che per molti anni non hanno trovato particolare diffusione o applicazione concreta, tende a colmare un gap significativo con gran parte dei Paesi d’Europa che hanno adeguatamente integrato la psicologia all’interno di sistemi scolastici multidisciplinari e molto strutturati.

Polese e Cifarelli: Importante risultato per studenti e famiglie

La legge della Regione Basilicata è stata salutata con grande favore dal primo proponente, il consigliere regionale, Mario Polese di IV-RE che definisce l’istituzione del servizio strutturato e permanente di psicologia scolastica in Basilicata: una grande vittoria di civiltà a sostegno dei giovani studenti lucani per favorirli in un percorso di crescita sano e tutelato. Con la legge, che finalmente chiude, dopo oltre 20 anni, un vuoto normativo rispetto agli orientamenti espressi dalla Ue – sottolinea Polese – si afferma il principio virtuoso di un sostegno psicologico nella scuola non finalizzato specificatamente a un intervento esclusivamente riparatorio, bensì come presenza necessaria alla prevenzione, alla promozione degli studenti e di tutto il personale coinvolto nel processo educativo in un’ottica interpersonale. La prima proposta per dotare la Basilicata di questo servizio fu presentata per la prima volta da me e il consigliere regionale Roberto Cifarelli già nel 2014 – dice – e poi modificata fu riproposta nel 2019. Al netto delle appartenenze partitiche e delle sensibilità politiche questa legge è un segnale molto forte e utile in un periodo particolare per i giovani che hanno vissuto in maniera particolarmente complessa tutta la fase del lockdown e delle chiusure dovute alla pandemia da Covid 19. Non c’è alcun dubbio, infatti, che i disagi conseguenti al distanziamento e allo stop della naturale socializzazione siano stati elementi di particolare sofferenza per i ragazzi e per i bambini in un periodo così complesso per la crescita. Diventa così fondamentale per le scuole – precisa il consigliere – avvalersi della figura dello psicologo scolastico che andrà nella direzione di fornire interventi dedicati a un intero processo educativo virtuoso. L’auspicio è che negli anni il servizio possa essere potenziato sempre di più per fornire in maniera capillare su tutti i territori uno strumento che possa aiutare a comprendere più a fondo le tematiche che attengono al mondo dei giovani, sostenendoli così da avere una sana crescita sia umana che professionale.

L’istituzione di un servizio di psicologia che operi nell’ambito del sistema scolastico al fine di accrescere l’efficienza di tutta l’organizzazione scolastica, dando un contributo per innalzarne la qualità e l’efficacia dell’apprendimento e dell’orientamento e per garantire la prevenzione del disagio giovanile è una risposta concreta alle attese delle famiglie e della società civile. Ne è convito il consigliere regionale Roberto Cifarelli, capogruppo del Pd e altro proponente della legge. Il servizio di psicologia scolastica – afferma – può fornire un contributo essenziale e determinante per la comprensione e la prevenzione del disagio giovanile oltre che per la modifica degli stili di vita disfunzionali tanto spesso messi in atto dai nostri giovani. Il servizio, inoltre, è uno strumento di aiuto e di supporto alla famiglia, che ha così la possibilità di avvicinarsi e comprendere più a fondo le tematiche che attengono al mondo dei propri figli e poter fornire un sostegno ed un riferimento nella loro crescita umana e professionale. Aspetto di grande importanza è che con l’attivazione del servizio di psicologia si punterà a supportare sia le istituzioni scolastiche sia le famiglie. A quest’ultime saranno rivolte attività di formazione e di consulenza, a livello di gruppo o individuale, riguardanti temi come la qualità delle relazioni con i figli e i rapporti con la scuola. Saranno poi messe a disposizione dei genitori conoscenze che li pongano in grado di sviluppare in modo pieno, consapevole e positivamente efficace, la loro funzione educativa. Uno strumento legislativo che contribuirà a fronteggiare e prevenire i fenomeni d’insuccesso formativo, di abbandono, di dispersione scolastica e di disagio giovanile quali il bullismo, i disturbi alimentari, le dipendenze, contribuendo al miglioramento della vita scolastica. Sono previste –  fa presente il consigliere – consulenze agli insegnanti sulle difficoltà educative e sui segnali di disagio rilevati, sulle possibili forme di collaborazione tra gli insegnanti stessi, attività di affiancamento ai Consigli di classe o ai team di docenti delle scuole primarie nella definizione dei Piani Didattici Personalizzati. Grande attenzione sarà rivolta agli allievi, ai quali sarà assicurata a livello di gruppo e a livello individuale, informazioni e consulenze su temi come lo sviluppo fisico e psicologico, l’organizzazione efficace delle attività di studio in relazione all’attività del tempo libero, i rapporti con i coetanei e con gli adulti, l’educazione sessuale, l’orientamento scolastico e professionale, le varie forme di dipendenza o di devianza.

Langone: “Bene la legge, ora il Regolamento”

Luisa Langone, presidente dell’Ordine degli Psicologi della Basilicata, nell’apprezzare il dettato legislativo messo in campo dalla Regione, ha manifestato la disponibilità dell’ordine a collaborare al fine di redigere, quanto prima, il regolamento attuativo per l'organizzazione del servizio su base provinciale, per l’individuazione del numero degli psicologi scolastici da impiegare nelle scuole in rapporto all’utenza scolastica, per definire modalità e procedure selettive di conferimento e di durata dell’incarico dello psicologo che, a suo parere, non deve essere inferiore all’anno scolastico per garantire adeguata continuità.

La legge sulla psicologia scolastica, elaborata in collaborazione con l’Ordine degli Psicologi della Basilicata – sottolinea Langone – riconosce che il sistema scolastico e formativo è uno strumento fondamentale per lo sviluppo complessivo del proprio territorio, e che si rendono necessari interventi mirati per incentivarne e migliorarne l’organizzazione e l’efficienza, per ottimizzare l’utilizzazione delle risorse, promuovendo e sostenendo azioni volte a rendere effettivo il diritto allo studio, all’apprendimento e al benessere in aula. La letteratura scientifica ha comprovato l’efficacia della presenza dello psicologo a scuola, una figura che possa aiutare a prevenire e non a intervenire a disagio conclamato.

Negli oltre trent’anni che intercorrono tra il varo della Legge 162 che assegnò all'amministrazione della Pubblica Istruzione e alle scuole “compiti inderogabili relativi alle attività di educazione alla salute” e l’oggi – abbiamo fatto presente alla dottoressa Langone – molte cose sono cambiate, anche nell’identificazione di quelle che erano considerate le priorità per l’educazione alla salute; se inizialmente l'emergenza più avvertita era quella relativa alle tossicodipendenze, pian piano il focus si è spostato verso altri campi, quali ad esempio quello delle relazioni affettive e sessuali, andando fortemente verso ambiti e compiti propri delle responsabilità genitoriali.

All'inizio – ci dice la Presidente dell’Ordine degli Psicologi – la psicologia scolastica, ben diversa da come la conosciamo oggi, risentiva degli approcci storici tipici di una ‘cultura psichiatrica riparativa’, là dove bisognava riparare il danno e nascondere le devianze, intervenendo sulle emergenze e calmierandone gli effetti. Oggi la psicologia scolastica si appropria della mission autentica delle scienze psicologiche e cioè quella di promuovere benessere e cambiamento, in tale ottica il focus dell'attenzione è diventato il benessere degli alunni a trecentossessanta gradi, diversificando l'intervento a seconda della loro fascia d'età e prevedendo cicli tematici di formazione e informazione anche per insegnanti e genitori, all'insegna di una continuità del sistema casa-scuola. Obiettivi specifici di un servizio di psicologia scolastica dove prevedere misure inclusive che coinvolgano tutti gli attori presenti nel sistema scuola e, pertanto, consulenze agli insegnanti sulle possibili difficoltà educative che incontrano e sui segnali di disagio che rilevano, sui rapporti con i genitori, sulle possibili forme di collaborazione tra gli insegnanti stessi. E poi, ancora, informazioni e consulenze agli allievi, a livello di gruppo e individuale, su temi come lo sviluppo fisico e psicologico, l'organizzazione efficace delle attività di studio in relazione alla attività del tempo libero, i rapporti con i coetanei e con gli adulti, l'educazione affettiva e sessuale, l'orientamento per le scelte scolastiche e professionali, le varie forme di dipendenza o di devianza, i modi adeguati di reagire all'insuccesso, la formazione del senso di identità; attività di formazione e di consulenza rivolta ai genitori, a livello di gruppo o individuale, riguardanti temi come la qualità delle relazioni con i figli e i rapporti con la scuola. La consulenza dello psicologo – afferma con certezza Langone – deve sempre più essere volta a mettere a disposizione dei genitori conoscenze che li pongano in grado di sviluppare in modo pieno, consapevole e positivamente efficace, la loro funzione educativa.

Alla nostra sollecitazione sull’esigenza molto avvertita di far comprendere che uno dei compiti basilari dello psicologo è la prevenzione volta a sensibilizzare, educare ed anticipare possibili condotte a rischio, consentendo così di agire ancor prima che si instaurino nella persona o in un gruppo comportamenti o abitudini dannose per gli stessi la dottoressa Langone ci risponde che fondamentale è diffondere una corretta cultura psicologica, sensibilizzando le persone e promuovendo la consapevolezza sull’importanza della propria salute mentale. Lo psicologo è un professionista sanitario e, pertanto, si occupa di salute. La salute, secondo l'Organizzazione mondiale della sanità è uno stato di benessere biologico, psicologico e sociale e le scienze psicologiche, nella loro dimensione olistica, abbracciano tutte e tre queste componenti. Dunque, occorre ricordare sempre che l’obiettivo prioritario dello psicologo non è quello di trattare la patologia ma quella di prevenirla, promuovendo salute, agio e benessere. Rispetto al passato, in cui ci potevano essere stereotipi e pregiudizi, si rileva un crescente bisogno di psicologi e di psicologia, oggi la nostra figura professionale è sempre più ricercata, soprattutto dai giovani e dai giovanissimi, che ne hanno colto l’importanza e ne stanno chiedendo a gran voce la presenza proprio nelle istituzioni scolastiche. Sicuramente occorre parlarne ancor di più e in maniera giusta, promuovere iniziative capaci di far comprendere il ruolo centrale dello psicologo nel tessuto sociale. Ne cito una su tutte la “Giornata nazionale della Psicologia”, iniziativa giunta alla sua settima edizione e che mi onoro di aver proposto al Consiglio nazionale dell'Ordine degli Psicologi e che oggi rappresenta un appuntamento fisso che si celebra in tutta Italia il 10 ottobre. Evento in concomitanza con la “Giornata mondiale della salute mentale”, nata con l'obiettivo di avvicinare la psicologia ai cittadini affinché possano conoscere gli ambiti applicativi e i risvolti pratici di una professione così importante per lo sviluppo dell'individuo e della collettività perché la psicologia, è bene ribadirlo, ci aiuta a centrare la nostra personalità, a migliorare l’interazione con gli altri e a trasformare i rischi in opportunità.

Psicologo a scuola da occasionale a supporto costante

Sono già tante le scuole della nostra regione (75/115) che hanno colto l’opportunità data dal Ministero dell’Istruzione che, nell’ottica di consentire a ciascuna istituzione scolastica l’attivazione di servizi di supporto psicologico, sulla base di un’attenta valutazione delle proprie specifiche esigenze e delle azioni già in essere realizzate nell’ambito della propria autonomia, ha previsto risorse finanziarie, in accordo con il Consiglio Nazionale Ordine degli Psicologi, da assegnare a ciascuna istituzione scolastica, per l’anno scolastico corrente. Le scuole, dunque, hanno provveduto con appositi bandi alla selezione degli psicologi per l’attivazione del servizio. A sostenerlo Claudia Datena reggente dell’Ufficio Scolastico Regionale per la Basilicata la quale precisa che il Protocollo d’intesa tra il Ministero dell’Istruzione e il Consiglio Nazionale Ordine degli Psicologi, in attuazione delle “Misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus covid-19 nelle scuole del sistema nazionale di istruzione” del 6 agosto 2020, è stato accolto molto positivamente dall’Ufficio Scolastico Regionale e dalle scuole della regione che hanno così avuto la possibilità di creare  al loro interno  servizi di supporto psicologico rivolto agli studenti e ai docenti. La legge approvata dalla Regione Basilicata sulla istituzione della psicologia scolastica non può che essere – continua – un ulteriore rafforzamento dell’azione posta in essere dal Ministero per consentire agli istituti scolastici di dotarsi di una figura molto importante quale quella dello psicologo, soprattutto in questo momento storico. Per noi l’obiettivo è quello di fornire supporto psicologico in particolare ad alunni e docenti per rispondere a traumi e disagi derivanti dall’emergenza Covid-19 e di fornire supporto nei casi di stress lavorativo, difficoltà relazionali, traumi psicologici e per prevenire l’insorgere di forme di disagio e/o malessere psico-fisico. Vogliamo garantire, con continuità e stabilità, supporto psicologico a studenti e docenti utile a promuovere il benessere psicologico nelle scuole che sappiamo essere la precondizione per favorire il successo formativo e contrastare fenomeni di abbandono e dispersione scolastica.

Giuliano, il team come strumento di lavoro

Anche il garante dell’infanzia e dell’adolescenza Vincenzo Giuliano esprime apprezzamento per l'istituzione del servizio di psicologia scolastica. Nella scuola però – dice – è necessario non soltanto lo psicologo, bensì un team di professionisti esperti, che risiedano in pianta stabile all’interno degli istituti scolastici per supportare gli alunni, docenti, gli altri lavoratori e le famiglie. Esattamente come l’ha previsto lo stesso MIUR con il documento denominato “Riduzione dei divari territoriali e contrasto alla dispersione scolastica” che per sostenere il contrasto dell’abbandono scolastico, all’interno di ciascuna istituzione scolastica beneficiaria, nell’ambito dell’autonomia di ciascuna scuola, ha previsto la costituzione di un team per la prevenzione della dispersione scolastica composto da docenti e tutor esperti interni e/o esterni. Il team, partendo da un’analisi di contesto, supporta la scuola nell’individuazione delle studentesse e degli studenti a maggior rischio di abbandono o che abbiano già abbandonato la scuola e nella mappatura dei loro fabbisogni e si raccorda, anche tramite tavoli di lavoro congiunti, con le altre scuole del territorio, con i servizi sociali, con i servizi sanitari, con le organizzazioni del volontariato e del terzo settore, attive nella comunità locale, favorendo altresì il pieno coinvolgimento delle famiglie.

Nei teams – continua – è necessaria la presenza di molte figure, sanitarie e non, quali pedagogisti, sociologi, logopedisti, psicomotricisti, assistenti sociali, mediatori culturali, nutrizionisti, infermieri, ecc., a seconda dei bisogni di ogni singolo istituto scolastico. Sarebbe opportuno dunque – conclude – che nella stesura del regolamento attuativo per l’organizzazione del servizio, la Giunta regionale e la competente Commissione consiliare permanente inserissero tra le spese riconosciute non soltanto quelle del servizio di psicologia scolastica, ma anche quelle delle équipe scolastiche, includendo così anche altre figure professionali necessarie a favorire il benessere all’interno delle nostre scuole. Avere più esperti del settore che si confrontano e discutono sui singoli bisogni dei bambini/ragazzi/giovani, delle loro famiglie e degli stessi insegnanti porterà, sicuramente, risultati migliori.

Lo psicologo tra i banchi per promuovere benessere

Ad Antonella Ruggeri, dirigente scolastica dell’I.I.S. “G. Fortunato” di Rionero in Vulture, abbiamo chiesto, in base all’esperienza maturata in questi anni, un giudizio sul contributo che la legge regionale si propone di offrire al mondo della scuola e quali sono le esigenze specifiche emerse in questi ultimi tempi all’interno delle istituzioni scolastiche.

Ritengo il servizio di psicologia scolastica fondamentale – ha sottolineato Ruggeri -. La pandemia da Covis ci ha messo di fronte a bisogni nuovi, specifici e urgenti a cui occorre dare risposte. La vita di tutti è stata stravolta e grande è stato l’impatto sul piano psicologico ed emotivo soprattutto negli alunni. Le restrizioni imposte a causa della pandemia hanno messo a dura prova la tenuta psicologica dei ragazzi, facendo registrare un disagio profondo. Le richieste di aiuto e supporto da parte dei consigli di classe sono state innumerevoli tanto da non poter essere soddisfatte tutte.  Dopo l’emergenza anche ragazzi, apparentemente forti che non avevano mostrato alcun segno di debolezza durante i mesi più critici della pandemia, hanno fatto registrare scarsa resilienza e continue richieste di aiuto. La presenza dello psicologo, quindi, ha rappresentato un sostegno prezioso per la ripresa delle attività in presenza, e ricreare quelle sensazioni di “star bene” a scuola tra alunni e docenti che sembrava ormai smarrita. La scuola – ha rimarcato la Dirigente scolastica dell’I.I.S. “G. Fortunato” di Rionero in Vulture – è da sempre ambiente di apprendimento che facilita la relazione educativa, la condivisione e il piacere di conoscere. La pandemia, in un certo senso, ha sminuito questi valori. La condizione di isolamento ha determinato in alcuni ragazzi uno stato di ansia, di irritabilità e disorientamento. La sospensione forzata della routine scolastica per gli alunni con disabilità, è stata ancor più evidente e ha, tendenzialmente, ridotto l’inclusione reale. Dall’altra parte anche per gli insegnanti non è stata facile la ripresa, costretti a preoccuparsi di far rispettare le misure di distanziamento e prevenzione piuttosto che preoccuparsi dei sempre più evidenti disagi e disturbi che si manifestavano in classe, fino a provare un senso di frustrazione e di incapacità. Importantissimo sarà trovare nuovi equilibri e mettere a fuoco modelli didattico-formativi innovativi che supportino i ragazzi in questo difficile percorso di nuova scolarizzazione.

Trovare uno psicologo a scuola dovrebbe essere la cosa più naturale del mondo. Questa sì che potrebbe essere una svolta, una vera riforma, una novità interessate. Al liceo Galilei di Potenza la svolta c’è stata. Non è legata all’emergenza educativa tanto meno alla situazione emergenziale del lockdown, è frutto di una scelta fatta in tempi non di crisi che è entrata nella quotidianità del nostro ambiente, della nostra comunità educativa e che noi studenti viviamo con grande naturalezza. Avere nel proprio ambiente formativo un professionista che possa ascoltarci, affrontare e stemperare le eventuali ansie e fragilità che si manifestano nella vita quotidiana e nel sistema scolastico aiuta a costruire un clima di fiducia, quello che più serve a noi giovani. È la voce di alcuni studenti del liceo Galilei di Potenza, dalla quale emerge chiara l’apertura verso questo tipo di servizio vissuto come la possibilità, nel caso di bisogno, di alleggerire il proprio vissuto emotivo e come costruttiva occasione di confronto e crescita.

La scuola – sottolineano la dirigente scolastica del liceo Galilei, Lucia Girolamo, e la referente del servizio di psicologia scolastica, professoressa Anna Zicca –  è una comunità complessa, in cui convivono e si incontrano persone con un variegato bagaglio di esperienze, con storie da raccontare uniche e singolari, ruoli e funzioni diversi ma complementari. Un luogo in cui le generazioni si sfidano, si confrontano, si scontrano, imparano a relazionarsi e a dialogare. In questo ambiente, al tempo stesso, presente nei programmi di tanti, ma lontano dalla reale conoscenza di molti, ogni giorno si aprono dibattiti, si ingaggiano sfide, ci si interroga e si cercano risposte, si formano persone.

Le relazioni sono finalizzate all’apprendimento. Al centro della scuola c’è la persona, ci sono le alunne e gli alunni che ci vengono temporaneamente affidati, con le loro attese, i loro bisogni; tante identità in relazione fra loro, insieme non per scalare la piramide sociale ma per partecipare con responsabilità e costruire con consapevolezza il proprio domani. La qualità della vita a scuola passa attraverso i canali della organizzazione efficace, della mediazione, dell’ascolto, del dialogo attivo, attraverso esperienze significative di cittadinanza attiva reale e digitale. Il benessere non è un concetto astratto o un irreale e utopistico obiettivo, è la condizione essenziale per l’apprendimento e per l’insegnamento, per promuovere lo sviluppo del potenziale di ogni persona, si declina con la cura e l’attenzione verso tutti, si esplicita nella possibilità di esprimersi senza paure e condizionamenti, si concretizza nella comprensione delle motivazioni, si percepisce dalla serenità dei rapporti e dal rispetto dei ruoli. Tutto ciò che afferisce alla persona, nelle sue molteplici dimensioni, riguarda la scuola, dalla consapevolezza di sé ai processi di apprendimento, dalla motivazione alla comunicazione interpersonale. In questo complesso mondo che è la scuola la figura dello psicologo non è un estraneo, ma il professionista che, al di là di stereotipi e pregiudizi, in modalità full time, contribuisce con il suo intervento non occasionale e sporadico, a migliorare i servizi offerti dalle istituzioni scolastiche, a innalzare il livello della qualità di vita nella scuola, a prevenire il disagio e l’insuccesso, a supportare studenti, famiglie e docenti. Sono diversi gli ambiti e le occasioni di intervento, in classe per una riflessione, in consiglio per individuare insieme ai docenti le strategie più efficaci, in presenza e/o a distanza per incontri individuali con studenti, genitori, docenti, personale scolastico. Un protagonista dietro le quinte, che a garanzia e a tutela degli utenti, si muove in punta di piedi, con massima riservatezza e con l’unico obiettivo di annientare lo stress e il burnout e promuovere il benessere per tutti.

Realizzato da:

Nicoletta Altomonte

Loredana Costanza

Rosaria Nella

 

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