Liquichimica, interrogazione di Rosa

Il consigliere regionale Pdl chiede a De Filippo di conoscere lo stato dei lavori per la messa in sicurezza, caratterizzazione e bonifica dei fanghi industriali dell’ex stabilimento di Tito, di cui ricostruisce la vicenda

Il consigliere regionale del Pdl, Gianni Rosa, ha rivolto un’interrogazione al presiedente della Giunta, Vito De Filippo, al fine di conoscere una serie di dettagli che possano chiarire lo stato di avanzamento dei lavori per la messa in sicurezza, la caratterizzazione e la bonifica dei fanghi industriali presso la ex Liquichimica Meridionale di Tito.

In particolare Rosa chiede di sapere “fino ad oggi quali sono stati i lavori eseguiti dal Consorzio per lo Sviluppo Industriale per la riqualificazione ambientale della Liquichimica Meridionale; a che punto è la messa in sicurezza della discarica di fanghi e della falda acquifera sottostante; quale è lo stato di inquinamento attuale della zona, falda acquifera e fiume limitrofo, inclusi; quali sono i dati rilevati dalle analisi ufficiali della zona, in particolare delle acque del fiume e quali sono i dati ufficiali a disposizione dell’ Arpab a seguito dei prelievi effettuati, in particolare il 28 agosto 2008”.

Il consigliere Rosa, inoltre, nell’interrogazione chiede “come e dove sono state smaltite le acque contaminate di Tito emunte dai piezometri collocati in loco nel periodo 2003-2008; se si tratta di fanghi industriali o di fanghi di depurazione e in che stato sono ad oggi; quali documenti possiede la Regione riguardo la discarica abusiva e, infine, in che modo intende agire per la bonifica del sito”.

Nel ricostruire la vicenda il consigliere di opposizione ricorda che “all’interrogazione presentata lo scorso 21 luglio 2010 seguì la risposta scritta del 29 ottobre 2010 con numero di protocollo 5697/C con cui si indicava che, con DM del 18 settembre 2001 n. 468, era stato previsto un finanziamento di 7,8 miliardi di lire per gli interventi di messa in sicurezza, caratterizzazione e bonifica dei fanghi industriali. Poi – prosegue Rosa – con Dgr del 1 marzo 2005, n. 436 e successivi provvedimenti, la Regione Basilicata individuò il Consorzio per lo Sviluppo Industriale della Provincia di Potenza, quale soggetto attuatore degli interventi di messa in sicurezza, caratterizzazione e bonifica della aree di proprietà pubblica e delle falda, assegnandogli tutte le risorse finanziarie stanziate dallo Stato con il DM 18 settembre 2001, n. 468”.

“A seguito delle numerose segnalazioni, l’allora direttore generale del Ministero dell’Ambiente, Gianfranco Mascazzini, nel verbale della conferenza di servizio del 2008 sul sito d’interesse nazionale di Tito da bonificare, sottolineava che – continua il consigliere del Pdl – dalla documentazione consegnata al Ministero nel 2008 dal Consorzio per lo Sviluppo Industriale Asi di Potenza emerge che ‘lo smaltimento delle acque contaminate di Tito non è avvenuto correttamente’. Menter i Ctu nominati dal Tribunale di Potenza nel 2001, Mauro Sanna e Alessandro Iacucci, evidenziarono nella loro relazione la presenza di una discarica abusiva molto consistente, costituita da fanghi industriali ‘rifiuti tossico nocivi’ ricoprente una superficie di 27 mila metri quadrati, con una profondità di 20 metri. I suddetti Ctu – conclude Rosa – stabilirono che detta discarica è stata realizzata in totale violazione alle prescrizioni D.lgs 22/97 e senza alcuna autorizzazione”.

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