Leggieri: la Regione investa di più nella nostra Università

Per il consigliere regionale del M5s “quella dell’Unibas è la storia di un piccolo Ateneo che produce ricchezza, in termini di ‘prodotti scientifici’, nonostante la povertà a cui è stata ridotta”. “Ripensare la nostra regione a misura di studente”

&ldquo;Luned&igrave; 19 febbraio, l&rsquo;Universit&agrave; degli Studi della Basilicata ha inaugurato il suo XXXV anno accademico&rdquo;. A ricordarlo il consigliere regionale del Movimento cinque stelle, Gianni Leggieri che ha commentato: &ldquo;luci ed ombre hanno animato la cerimonia; alla soddisfazione generata dal crescente numero degli iscritti presso l&rsquo;Ateneo lucano hanno fatto da contraltare le parole della rettrice e di tutti gli intervenuti. Parole che ci hanno, inesorabilmente, riportati alla realt&agrave; di una Universit&agrave; che fatica a sopravvivere, che ha bisogno delle tasse dei propri studenti per sostenere (almeno in parte) i costi del personale&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Quella dell&rsquo;Unibas &ndash; sottolinea Leggieri – &egrave; la storia di un piccolo Ateneo che produce ricchezza, in termini di &lsquo;prodotti scientifici&rsquo;, nonostante la povert&agrave; a cui &egrave; stata ridotta. Una povert&agrave; di cui &egrave; responsabile una carente ed iniqua politica nazionale di investimento in Ricerca e Sviluppo. Non solo, infatti, l&rsquo;Italia si caratterizza per un forte disinvestimento nella sua Universit&agrave;, rispetto a tutti gli altri Stati europei, ma anche e soprattutto, per l&rsquo;ingiusta ripartizione del Fondo di finanziamento ordinario (Ffo). Questo tipo di distribuzione dei fondi &ndash; puntualizza Leggieri – tra i vari atenei sembra, infatti, assecondare una inaccettabile diretta proporzionalit&agrave; tra le risorse gi&agrave; a disposizione ed i finanziamenti da erogare: chi ha di pi&ugrave; avr&agrave; maggiori finanziamenti, chi ha di meno avr&agrave; minori finanziamenti. Un sistema, come si intuisce facilmente, destinato ad arricchire pochi grandi atenei e ad impoverire (fino a condannare all&rsquo;estinzione) i piccoli atenei&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Impoverire o addirittura chiudere un centro di formazione, studio e alta ricerca, qual &egrave; l&rsquo;Universit&agrave; degli Studi della Basilicata &ndash; rileva Leggieri – significa depauperare un intero territorio, costringere i giovani di questa regione ad emigrare per studiare, dunque decimare il tessuto demografico di questa terra e privarla di ogni possibilit&agrave; di crescita. La ricerca &egrave; sviluppo, &egrave; innovazione, &egrave; il futuro ben consapevole del suo passato. Se il criterio scellerato di ripartizione del Ffo &egrave; imputabile alle ultime scelte ministeriali &egrave;, invece, alla nostra Regione che chiediamo con forza di investire maggiormente nella nostra Universit&agrave;&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Puntare su Ricerca e Sviluppo &ndash; dice Leggieri – significa fare dell&rsquo;Universit&agrave; il &lsquo;polmone&rsquo; della nostra regione; per fare questo bisogna accrescere i finanziamenti e garantire un maggiore diritto allo studio, consentendo la fruizione di residenze per gli studenti e di infrastrutture e trasporti pi&ugrave; efficienti. Per interrompere l&rsquo;ormai progressivo esodo dei nostri giovani verso altre regioni &ndash; conclude – per fermare questa &lsquo;emorragia&rsquo;, &egrave; necessario ripensare la nostra regione a misura di studente&rdquo;.<br />

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