Il garante dell’infanzia e dell’adolescenza ha partecipato alla manifestazione svoltasi a Barile in ricordo di tutte le vittime di mafia
La “giornata della legalità”, celebrata il 23 maggio anche in Basilicata per ricordare la strage di Capaci e tutte le vittime della mafia, “è una manifestazione di grande spessore culturale e sociale che ha coinvolto numerosi settori della nostra società, per ricordare ma anche ribadire lo sforzo per affermare la legalità. Un no alla illegalità che serve a ribadire il rifiuto a ogni forma di criminalità organizzata”. E’ quanto afferma il garante dell’infanzia e dell’adolescenza Vincenzo Giuliano che lunedì scorso a partecipato alla manifestazione che si è svolta a Barile.<br /><br />Giuliano parla di “legalità come valore morale, ma anche come discorso culturale, per ricordare tutte le vittime di mafia che hanno sacrificato la propria vita per costruire una società migliore, con giustizia e legalità”.<br />“Ma se questo primo fondamentale livello educativo della memoria – continua – non è accompagnato da pratiche formative che aiutino gli studenti ad impadronirsi, del loro intelletto e della facoltà di saper pensare e ragionare, di saper scegliere e orientarsi in situazioni moralmente significative, l'educazione alla legalità rischia di diventare retorica e autoreferenziale. Bene hanno fatto le scuole lucane, coordinate dal Miur di Basilicata a non fermarsi a realizzare o aderire ad un progetto, ma a costruire un percorso educativo investendo tutta l’istituzione scolastica e in particolare i docenti di tutte le aree disciplinari, col ricercare e valorizzare i contenuti, le metodologie e le forme di relazione e valutazione degli apprendimenti”.<br /><br />“La mafia – dice Giuliano – è una malattia dell’animo umano che in determinate condizioni economiche e culturali diventa malattia sociale. La mafia non è un fenomeno che interessa pochi uomini ma è soprattutto una mentalità, un modo sbagliato di rapportarsi con gli altri: l’arroganza, la prepotenza, la raccomandazione, il clientelismo e attecchisce dove non vi è la consapevolezza dei propri diritti, la partecipazione, la valorizzazione della dignità del lavoro”.<br /><br />“All’evento – conclude il Garante – hanno concorso numerosissime scuole di ogni ordine e grado che hanno partecipato non solo presenziando fisicamente e in attento ascolto all’evento ma anche contribuendo con danze, canzoni, citazioni di grande effetto scenico ed emozionale. Ci sono stati dei brevi ma intensi messaggi anche dei politici ed istituzioni presenti all’incontro, dal prefetto di Potenza al questore di Potenza, dal presidente della provincia ai tanti sindaci convenuti. Ne è scaturita un'importante e sentita ‘lezione’ sulla cultura della legalità, che ha lasciato, sicuramente, il segno nell’animo dei giovani studenti”.<br /><br />L.C.<br />