Più di novecento i lavori prodotti dal 2000 ad oggi che hanno affrontato tematiche e problematiche relative al nostro contesto regionale, nei suoi aspetti storici, territoriali, ambientali, istituzionali, socio-economici, artistici e culturali
Una iniziativa decisamente riuscita quella del concorso “Studi e Ricerche sulla Basilicata” per Tesi di laurea e di dottorato discusse nelle Università italiane che rappresentano significativi ed originali apporti alla conoscenza, al consolidamento dell’identità ed allo sviluppo della Regione Basilicata.
Giunto alla nona edizione, il concorso venne istituito per la prima volta nel 2000 rivolgendosi ai laureati nelle Università italiane nel corso dell’anno accademico 1998/99 che produssero lavori riferiti alla Basilicata nei settori Territorio, Società, Cultura ed Economia. Il concorso, infatti, come sottolineò l’allora presidente del Consiglio regionale durante la prima cerimonia di premiazione, il compianto Egidio Mitidieri, fu ancoràto agli indirizzi sanciti dall’art 5 dello Statuto regionale, teso, fra l’altro, “a promuovere la conoscenza, la valorizzazione, la tutela e la gestione del patrimonio storico, artistico e culturale della Basilicata”. Quella edizione, pur al suo primo anno di vita, fu rivelatrice di un notevole interesse di studio e di ricerca sulla realtà regionale lucana, con la presentazione di più di 80 elaborati provenienti da diversi Atenei, dai Politecnici di Torino, Milano e Bari alle Università degli studi “G. Bocconi” di Milano e la “Sapienza” di Roma, a quelle di Parma, Ferrara, Firenze, Siena, Urbino e Napoli oltre che all’università di Basilicata, solo per citarne alcuni. Ampio anche il ventaglio delle Facoltà e degli insegnamenti di riferimento dei lavori presentati. Maria Teresa Gino, Linda Albano e Tonia Giammatteo dell’Università degli studi della Basilicata si aggiudicarono il primo premio rispettivamente con le tesi “Il fondo librario ‘Sergio De Pilato’: contributo alla storia della bibliografia sulla Basilicata”, “Input-Output per la pianificazione energetica regionale sostenibile” e “Spolia. Il riuso dell’antico a Venosa” insieme a Deborah Rocchietti dell’Università degli studi di Torino con l’elaborato “Aree sepolcrali a Metaponto. Corredi ed ideologia funeraria tra VI e III secolo a.C”.
Le edizioni si sono poi susseguite a cadenza quasi annuale apportando notevoli contributi all’orizzonte conoscitivo e alla carta d’identità della Basilicata. Dalla storia all’archeologia, dall’economia alla sociologia, dall’architettura all’urbanistica sono solo alcuni dei campi in cui si sono cimentati i giovani studiosi. Ricordiamo a titolo esemplificativo ma sicuramente non esaustivo alcuni dei lavori che si sono aggiudicati il premio in queste nove edizioni: “Il crollo dello Stato. Cronaca del 1860 a Potenza” di Donato Verrastro dell’Università “Federico II” di Napoli (II ed.); “Catalogazione e valorizzazione del patrimonio scultoreo altomedievale e medievale a Venosa” di Antonietta Sinisi dell’Unibas (IV ed.); “Petrolio e sostenibilità. Economie e politiche di sviluppo locale per la Val d’Agri” di Marco Percoco della “Bocconi” di Milano (III ed.); “Impatto socio-economico della Fiat nell’area del Vulture-Melfese nel decennio 1992-2002” di Antonio Altomonte dell’Università “Federico II” di Napoli (V ed.); “La carta regionale dei suoli quale fondamento alla pianificazione territoriale ed urbana in Basilicata” di Mario Cozzi dell’Università di Firenze (VI ed.); “Il Pollino: tra natura e cultura un paradiso da scoprire” di Giulia Mastrolorenzo dell’Università di Modena e Reggio Emilia; “Struttura genetica di Fagus Sylvatica L. nel Sud Italia per marcatori nucleari e citoplasmatici di Giovanni Biancone dell’Università degli studi della Basilicata (VIII ed.).
Tutti gli studi presentati nel corso di questi anni sono confluiti nel Fondo librario “La biblioteca dell’inedito” istituito presso la biblioteca del Consiglio regionale della Basilicata. Più di novecento i lavori prodotti che hanno affrontato tematiche e problematiche relative al nostro contesto regionale, nei suoi aspetti storici, territoriali, ambientali, istituzionali-amministrativi, socio-economici, artistici e culturali. Una sinergia istituzionale ottimale quella tra la Regione e il mondo universitario tesa a valorizzare le giovani energie intellettuali, una vera risorsa per la società lucana.