LE AMNESIE DEL CONSIGLIERE REGIONALE GIANNI ROSA

Intervento di Nino Grasso, Portavoce del Presidente Marcello Pittella

“Col solito piglio censorio, il consigliere regionale di Fli Gianni Rosa non ci ha risparmiato oggi la dose quotidiana di cattiveria a buon mercato, intinta nell'inchiostro della smemoratezza politica e personale.
Quando egli scrive, col "garbo" lessicale che gli è proprio, che "Renzi con l'aiuto dei Pittella's ci sta fregando", perché la legge Sblocca Italia presenterebbe, nell'articolo 36 bis, troppe "vaghezza ed incertezze", mostra per intanto di aver fatto una lettura a dir poco approssimativa di un testo legislativo che riconosce per i prossimi dieci anni ai lucani il trenta per cento di Ires sugli incrementi di produzione rispetto al 2013 tanto per le estrazioni della concessione Val D'Agri di Eni, quanto per quelle della concessione Gorgoglione di Total. Certo per giungere a riconoscere una verità lapalissiana, che rende giustizia, grazie al governo Renzi, alle attese della Basilicata e della sua classe politica, sia di centrosinistra che di centrodestra, il consigliere Rosa avrebbe dovuto togliersi gli occhiali del pregiudizio e portare un po' più di rispetto al lavoro degli altri. Ma forse è chiedere troppo a chi usa la demagogia e il populismo per nutrire la politica di opposizione con i toni oltraggiosi dell'offesa familiare, al solo fine di marcare la propria presenza quotidiana sui giornali locali. Mi guarderò bene dal farmi prendere, a mia volta, dalla smania di fare le pulci agli altri. Per di più utilizzando termini irridenti ed offensivi dell’altrui dignità. Perché mi verrebbe da chiedere dove fosse Gianni Rosa quando grazie alle leggi votate dai suoi alleati leghisti dell’epoca la Basilicata si è vista sottrarre più di 35 milioni di euro dai fondi della ex carta carburanti a tutto vantaggio delle Regioni del Nord dove operano i rigassificatori off shore. Forse ricordo male, ma il consigliere Rosa non mi pare abbia speso una sola parola per condannare questo "esproprio" leghista, guarda caso sventato, a partire da quest'anno, proprio grazie al Governo Renzi e alla Giunta Pittella.
Evidentemente, quando non può fare demagogia a buon mercato, il consigliere regionale dei Fratelli d'Italia preferisce farsi cogliere da una indulgente amnesia, pensando, erroneamente, che anche i lucani (ai quali i suoi amici di centrodestra avevano più volte garantito che non avrebbero perso un solo euro a vantaggio di veneti e liguri) siano degli smemorati. Non è un caso, del resto, che egli abbia mostrato cenni di nervosismo nel corso dell’ultimo consiglio regionale, quando il presidente Pittella ha ricordato – leggendole testualmente – alcune dichiarazioni di Rosa, fatte ai tempi del Governo Berlusconi, all’indomani del Memorandum 2011 tra Stato e Regione, in favore delle estrazioni petrolifere in Basilicata.
Indubbiamente, fa un certo effetto vedere oggi il consigliere regionale di Fli alla testa del fronte “No Oil”, dopo che proprio il Governo Renzi e la Giunta Pittella, con l’apporto determinante dei parlamentari lucani di centrosinistra e centrodestra, sono riusciti a riempire di contenuti quel “Memorandum” di cui Rosa cantava le lodi. Infine, i rapporti tra il presidente della Regione Basilicata e il Capo del Governo sono di tale evidente lealtà, da sfuggire alla comprensione di chi, col proprio metro culturale, giudica e bolla gli altrui comportamenti, utilizzando spregiativamente espressioni tratte dalle serie televisive americane.
Marcello Pittella lo ha detto in aula, senza mezzi termini. I lucani hanno ragione di fidarsi del presidente Renzi. Ma se sarà necessario – se cioè non saranno apportate in una delle leggi all’attenzione del Parlamento le modifiche richieste all’articolo 38 prima del 10 gennaio prossimo – nulla impedirà alla Giunta regionale, prima, e al Consiglio, poi, di costituirsi dinanzi alla Corte Costituzionale in difesa delle prerogative regionali non contemplate dal comma 1 bis. Gianni Rosa se ne faccia una ragione: le sue sono solo gratuite cattiverie, affogate in salsa populistica, che non portano nulla di buono ai lucani”.

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