Le indagini dell’Ispettorato del lavoro e delle consigliere di Parità per tutelare i diritti delle lavoratrici madri e per far emergere il fenomeno delle cosiddette “dimissioni in bianco”
In un momento di crisi e di difficoltà lavorative, in Italia, nel 2011, 17.681 persone hanno scelto di dimettersi. Si tratta principalmente di donne (17.175 lavoratrice a fronte di 506 uomini) che scelgono di rimanere a casa nel momento stesso in cui diventano genitori o comunque entro il compimento del primo anno di vita del bambino.
E’ quanto emerge dai dati raccolti dalla Direzione generale per l’attività ispettiva del Ministero del lavoro e delle Politiche sociali e presentati questa mattina alla stampa nel corso di una conferenza a cui hanno preso parte, tra gli altri, l’assessore regionale alla Formazione, Lavoro, Cultura e Sport Vincenzo Viti, la consigliera regionale di Parità, Maria Anna Fanelli e il direttore dell’Attività ispettiva in Basilicata Nicola Sabatino.
In Basilicata si conferma il trend nazionale : 114 dimissioni convalidate di cui 113 lavoratrici madri e un solo lavoratore padre. I dati del Rapporto ministeriale si riferiscono alle dimissioni convalidate, ovvero quelle dimissioni “verificate” da parte dei funzionari Direzioni territoriali del lavoro, al fine di stabilire l’autenticità della volontà della lavoratrice/del lavoratore dl voler interrompere il contratto di dipendenza.
L’articolo 55 del D. Lgs n. 151/2001- “Testo unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità” – prevede che: “La lavoratrice madre o, in alternativa il lavoratore padre durante il congedo di paternità, sia tenuta a confermare le dimissioni rese al proprio datore di lavoro alla presenza di un pubblico funzionario. Le dimissioni non convalidate presso le Direzioni provinciali del lavoro sono nulle e quindi prive di effetti”.
Nelle attività di contrasto alle cosiddette “dimissioni in bianco” – ovvero i licenziamenti mascherati da dimissioni forzate – un ruolo importante lo svolgono le Consigliere di Parità, a cui spetta il compito di raccogliere i dati che emergono dalle risposte al questionario dell’Ispettorato del lavoro. I dati raccolti dalle Consigliere di Parità, che sono pubblici ufficiali, serviranno per avviare percorsi finalizzati a promuovere attività antidiscriminatorie e la parità tra uomini e donne sul posto di lavoro.
zac