“In Basilicata sono pochissime le aziende produttrici di latte d’asina, ma come mai, quando si interviene in questo comparto, a beneficiarne è sempre e solo la stessa azienda? Come mai l’Ara di propone solo ed esclusivamente una singola azienda?”
"La Basilicata delle filiere corte, anzi cortissime non ci abbandona neanche a fine anno. Ovviamente con l’espressione ‘filiera corta’ non ci riferiamo di commercializzazione di prodotti agricoli, ma del modus operandi del ‘sistema Basilicata’”. E’ questa l’opinione del capogruppo di Laboratorio Basilicata – Fratelli d’Italia, Gianni Rosa, che si riferisce in particolare “alla deliberazione della Giunta regionale n. 1692 del 22/12/2015 con la quale è stato approvato il ‘Progetto valorizzazione delle produzioni di latte d’asina’, che prevede la sperimentazione di una procedura di pastorizzazione a freddo del latte d’asina, in collaborazione con la Scuola di Scienze Agrarie, Forestali, Alimentari ed Ambientali dell’Università degli Studi della Basilicata”.<br /><br />“Viene da chiedersi cosa abbia di strano questo bando”, afferma ancora Rosa che ha presentato un’interrogazione al presidente della Giunta regionale “per conoscere le motivazioni per le quali si sceglie di approvare un progetto di ricerca che riguarda una sola azienda. Azienda che, per caso, è di Lauria. Infatti, la proposta progettuale, formulata dall’Associazione regionale allevatori Basilicata (Ara), in data 18/07/2015, che prevede una spesa complessiva di 169.260,00 euro, interamente a carico del bilancio regionale, verrà realizzata con il supporto esclusivo dell’azienda Sagittario srl, con sede in Lauria”.<br /><br />“Abbiamo, dunque – sostiene l’esponente di Fdi-An -, un ‘finanziamento’ di 169.260,00 euro a due aziende private già molto ‘sostenute’ dalla Regione: all’Ara, che già percepisce 5 milioni di soldi pubblici ogni anno, che continua a non brillare per i servizi resi al mondo della zootecnia lucana e che, soprattutto, continua ad avere pendenze finanziarie con dipendenti e fornitori; alla Sagittario srl, la stessa azienda che, negli scorsi anni, è stata la maggiore utilizzatrice dei contributi regionali per l’acquisto del latte d’asina da parte delle famiglie lucane, provvidenze gestite, così come da noi denunciato, in maniera ‘personale’ e senza effettivi controlli. Siamo consapevoli che in Basilicata sono pochissime le aziende produttrici di latte d’asina, ma ci chiediamo come mai, quando si interviene in questo comparto, a beneficiarne è sempre e solo la stessa azienda? Come mai l’Ara di Basilicata propone solo ed esclusivamente una singola azienda?”<br /><br />“Il progetto ha finalità importanti ed ambiziose – conclude Rosa – e coinvolge ricercatori che da anni lavorano in questo settore, ci appare riduttivo limitarlo ad una sola azienda produttrice, peraltro di piccole dimensioni. Perché non provare a coinvolgere anche altre aziende in modo da sviluppare la concorrenza? In questo modo solo una è l’azienda che propone i progetti (Ara), solo una è l’azienda che produce latte d’asina. Monopolio? A noi sembra proprio di sì. E per di più si tratta di un monopolio finanziato dalla Regione. Atteggiamento più che deplorevole”.<br />