La Ola aderisce alla campagna di informazione “No fracking”

La Ola, Organizzazione lucana ambientalista ed altre associazioni e organizzazioni italiane ed europee aderenti la campagna di informazione "No fracking" hanno avviato un percorso critico, che intende coinvolgere i territori, i cittadini, le associazioni, i comitati, i movimenti politici, gli attivisti, gli esperti, le personalità per fare approvare dal Parlamento italiano una legge nazionale contro il fracking che contenga anche norme che rendono obbligatoria la pubblicazione dei piani ingegneristici da parte delle compagnie petrolifere, oggi secretati, con la perimetrazione delle aree marine e terrestri nelle quali vietare le attività industriali e di estrazione di idrocarburi liquidi e gassosi. E’ quanto si legge in una nota diffusa dalla Ola. “Da qualche anno – cocntinua la nota – il pericolo di estrazione di idrocarburi viene infatti aggravato in tutto il mondo ed anche in Italia dalle nuove tecniche minerarie, quali il fracking. Questa tecnica mineraria consiste nell'iniettare acqua e sostanze chimiche in pressione nel sottosuolo, allo scopo di estrarre più agevolmente ed in modo consistente il petrolio e il gas. Il fracking si è affacciato anche in Europa, in primis Norvegia e Polonia, ai cui giacimenti estraibili – stimati in quasi 400 miliardi di metri cubi – sono interessati anche Eni e Sorgenia. Queste tecniche invasive di estrazione di idrocarburi come l’acidificazione, già praticata in Val d’Agri, e il francking, nonostante le rassicurazioni delle compagnie petrolifere hanno aperto un dibattito – aggiunge la Ola – circa gli effetti sull’acqua, sull’aria e sulla terra, per l’uomo, per gli animali, per la flora: in una parola per il nostro ambiente, includendo anche il rischio sismico e la contaminazione delle falde causata da una miscela chimica”.
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