Aver tagliato 2,3 miliardi di euro per l’A3 e gli investimenti già previsti per la Statale 106 Jonica confermano la scarsa attenzione delle Istituzioni nei confronti dei veri problemi di ampi territori del Sud, che sono dotati di una rete infrastrutturale inadeguata e pericolosa. Intervenire con una semplice manutenzione straordinaria non garantirà l’effettivo completamento della Salerno – Reggio Calabria e lascerà irrisolte ed inalterate tutte le criticità di viabilità e sicurezza. E’ questo il messaggio lanciato a Lamezia Terme da FENEAL-UIL e UILP nel convegno su Mezzogiorno: infrastrutture, lavoro, legalità. Uniti per un nuovo modello di sviluppo. Durante i lavori – ai quali hanno partecipato delegazioni lucane della FENEAL e della UIL guidate da Carmine Lombardi e Vincenzo Tortorelli – il leader degli edili UIL Vito Panzarella ha ribadito che non è più rinviabile l’immediata cantierizzazione dei lavori di ammodernamento e completamento dell’A3. “Su tutte le 25 opere prioritarie avvieremo singole vertenze per ottenere l’immediata apertura o prosecuzione dei cantieri in piena trasparenza, sicurezza e legalità. Sono necessari protocolli di contrattazione d’anticipo per garantire flessibilità e velocità delle opere ma garantendo sempre – ha chiarito – la tutela della regolarità e sicurezza sul lavoro. Su questo versante la nostra attenzione resta altissima – ha proseguito il segretario – considerato che con la crisi è riesploso il lavoro nero ed irregolare, alimentato dall’elusione del contratto edile, dall’abuso del falso lavoro autonomo e dei voucher per i quali bisogna rivedere in senso restrittivo i settori d’impiego escludendo il loro utilizzo da quello delle costruzioni.”
“Dove c’è mancanza di legalità, caporalato, lavoro nero, irregolare e insicuro, i rischi per la salute e la sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori aumentano in maniera esponenziale e incontrollata” ha sottolineato il leader Feneal aggiungendo che “la causa molto spesso di queste tragedie non è la fatalità ma il mancato rispetto delle più elementari norme sulla sicurezza. Dall’inizio dell’anno ad oggi abbiamo avuto 39 morti in edilizia e di questi il 32% sono tra i 55 e i 64 anni e quasi l’11% tra i 65 e i 74 anni. Forse questi dati – ha aggiunto – andrebbero letti non solo alla luce dell’aumento delle irregolarità ma anche considerando l’età avanzata di molti operai costretti a lavorare su un’impalcatura o nelle cave alla soglia dei 70 anni. Non possiamo più permetterlo. E’ necessario cambiare subito la legge Fornero – ha concluso il Segretario Generale – perché si riconosca la diversa gravosità dei lavori e l’uscita anticipata senza penalizzazioni soprattutto per lavoratori come quelli delle costruzioni già penalizzati dalla ciclicità e dalla precarietà di un lavoro che non gli consente di maturare i contributi in maniera continuativa. Basti pensare – ha ricordato – che al raggiungimento dell’età pensionabile (67 anni e 10 mesi) un lavoratore edile ha circa 30 anni di contributi.”
Per Romano Bellissima segretario nazionale Uil pensionati “non ci sarà nessuna possibilità di un vero rilancio del nostro Paese senza il rilancio del Sud. Nel Mezzogiorno, inoltre, assumono particolare rilevanza tutta una serie di problematiche, presenti in misura minore o maggiore in tutto il Paese, la cui soluzione non è più rinviabile. Investimenti nel lavoro, nella ricerca e nell’innovazione. Investimenti per favorire l’occupazione giovanile. Potenziamento delle infrastrutture. Potenziamento dei servizi sociali, a partire da quelli per l’infanzia e per la non autosufficienza, anche per contribuire alla creazione di nuovi posti di lavoro e aumentare l’occupazione femminile. Contrasto all’evasione fiscale e contributiva. Contrasto al lavoro nero e al caporalato. Lotta alla corruzione e alla cattiva gestione della cosa pubblica. Lotta all’economia illegale e alla malavita organizzata. Rafforzamento della legalità e dello stato di diritto. Rafforzamento della coesione sociale e della solidarietà tra le generazioni. Un altro aspetto fondamentale, strettamente connesso ai precedenti, è la necessità di dar vita a un nuovo modello di sviluppo. Proprio l’allungamento della durata media di vita può, e deve, essere il perno, l’incubatore economico, dal quale partire per rilanciare lavoro e sviluppo. Oggi, oltre il 21% della popolazione italiana ha più di 65 anni. Serve un cambiamento profondo di tutta la società. Servono nuove politiche, in tutti i settori, che considerino l’invecchiamento della popolazione una occasione di crescita, innovazione, buona occupazione.
Per il segretario dei pensionati della Uil un altro obiettivo è quello di creare città a misura di persona anziana, dando vita a un grande piano di risanamento urbano. Realizzare e sperimentare modalità abitative innovative (ad esempio il cohousing) rivolte alle persone anziane, ma non solo, che valorizzino le relazioni e la solidarietà tra le generazioni, l’innovazione tecnologica, il risparmio energetico e la sostenibilità ambientale. Fare investimenti nella domotica, per aiutare le persone anziane a continuare a vivere nelle proprie case. Realizzare interventi per rendere le abitazioni più sicure e ridurre il numero degli incidenti domestici, che è elevatissimo e conta migliaia di morti ogni anno, di cui sono vittime soprattutto bambini e anziani.
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