Democrazia partecipativa, linguaggio inclusivo, educazione di genere, Costituzione. Queste le parole chiave dell’incontro “Donne e democrazia. Da 70 anni una civile unione” promosso da Auser Basilicata, SPI CGIL Basilicata e ANPI Basilicata per celebrare la ricorrenza dei settant’anni del diritto al voto delle donne italiane. Ultimo di una serie di seminari svolti a livello regionale, l’iniziativa, che si è tenuta oggi a Potenza nell’Aula Magna dell’Università degli studi di Basilicata in via Nazario Sauro, nasce con lo scopo di festeggiare e riflettere sul significato profondo di quel 2 giugno 1946 in cui, per la prima volta in Italia, le donne ebbero l’opportunità di recarsi alle urne.
Attraverso un confronto tra le diverse personalità di spicco del mondo politico, istituzionale, sindacale e del Terzo settore è stata avviata una riflessione sul valore del diritto alla partecipazione democratica da parte delle donne e sullo stato reale della condizione femminile nel contesto italiano attuale.
Di grande emozione la testimonianza di Lidia Menapace, ex combattente partigiana con il grado di sottotenente ed ex senatrice italiana, classe 1924, donna della resistenza che continua a battersi per una democrazia che sia realmente partecipativa partendo dalla lotta per il linguaggio inclusivo. Menapace da il via a questo viaggio nella storia che dal quel 10 marzo del 1946, ancora prima del 2 giugno, grazie alle elezioni amministrative che coinvolsero 493 Comuni, arriva ai giorni nostri dove le donne in Italia ancora stentano ad ottenere ruoli apicali in politica, nelle istituzioni, nell’istruzione, nelle organizzazioni di volontariato. Sono le più sottopagate e hanno un tasso di disoccupazione più alto in Europa. E’ quanto emerso dal dibattito tra Marica Guiducci della presidenza dell’Auser nazionale, Aurelia Sole Rettrice dell’Università degli studi di Basilicata, Angela Blasi presidente Commissione Pari opportunità della Regione Basilicata, Lucia Rossi segretario nazionale Spi Cgil e Valeria Fedeli, vicepresidente del Senato della Repubblica.
“Bisogna ristudiare i processi che 70 anni fa portarono alla voto delle donne e alla Costituzione – ha detto Fedeli chiudendo il dibattito – perché senza il voto delle donne noi non avremmo avuto la Repubblica. Il voto delle donne non è dunque solo una conquista ma un riconoscimento politico formale così come il linguaggio è il riconoscimento di ruoli e funzioni differenti”. Un cenno anche al femminicidio e alla violenza sulle donne, a cui la riflessione è innegabilmente legata: “Il femminicidio purtroppo non è un’emergenza – ha detto – ma molto di più. C’è qualcosa di molto più profondo che può essere affrontato solo con un cambiamento culturale che parta dalle scuole”.
L’incontro si è concluso con il concert band “Città di Potenza” diretto da Paola Guarino.