In merito al dibattito nazionale sulle condizioni in cui vivono i migranti all’interno dei Centri di identificazione ed espulsione, Pietro Simonetti del Cseres pone l’attenzione sul Cie lucano di Palazzo San Gervasio, ricordando che il centro temporaneo di Palazzo San Gervasio “venne chiuso dal ministero dell’Interno dopo un’inchiesta giornalistica e un’ispezione successiva della delegazione di parlamentari composta da Rosa Villecco Calipari, Jean Leonard Touadì e Giuseppe Giulietti, che riscontrarono l’inadeguatezza della tendopoli a internare i migranti e il mancato rispetto dei diritti umani. Il Centro è ancora chiuso e non ancora completato”.
A tal proposito Simonetti evidenzia che sono stati impiegati “13 milioni e mezzo di euro per la costruzione e il completamento dei Centri di identificazione e di espulsione, quelli di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) e di Palazzo San Gervasio (Pz), la cui ultimazione era prevista per dicembre 2013” e che successivamente “furono previsti 10 milioni di euro e per quello di Palazzo San Gervasio altri 3 milioni e 530mila euro, dopo l'utilizzo di circa sette”.
“La grave situazione emersa a Lampedusa e negli atri centri nelle ultime settimane – sostiene Simonetti – ripropone anche la vicenda Lucana e la necessita di smantellare la struttura di Palazzo evitando di sperperare altri fondi pubblici per il completamento di un carcere a cielo aperto”.
“In questi giorni il Viminale ha nominato un gruppo di lavoro per affrontare a livello nazionale la situazione dei Cie. Sarebbe il caso – conclude Simonetti – che il nuovo Presidente della Giunta Pittella affronti la questione con il Governo anche tramite il Vice Ministro Bubbico oltre alla adozione del Piano annuale 2013 per i migranti, il solo piano non ancora esecutivo”.
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