Il sindaco di Matera alla “Cattolica” di Milano

 Una città che è stata capace di sognare e che ha raggiunto un traguardo straordinario puntando anche sull’appartenenza diretta.
Si è parlato anche di questo, nel corso dell’incontro che si è svolto martedì 3 maggio all’Università Cattolica del Sacro cuore di Milano e che ha approfondito il tema “Matera 2019, management e patrimonio artistico nella capitale europea della cultura” promosso dalle associazioni Matera Insiede, Unilab e City Secrets.
E’ intervenuto, poi, Carlo Pastore, editore lucano che ha realizzato la pubblicazione “Basilicata, terra, acqua e fuoco d’argilla”, sviluppando uno straordinario rapporto con l’acquarellista francese Fabrice Moireau che ha realizzato opere ispirate alla magia die centri storici di Pisticci e Matera.
“Bisogna avere voglia di partire, di cercare la bellezza del patrimonio – ha aggiunto – all’insegna di tre elemento principali, competenza, curiosità e creatività”.
Il prof. Paolo Dalla Sega, docente di marketing e management all’Università Cattolica, già componente della commissione giudicatrice delle città candidate a Capitale europea della Cultura nel 2019, ha sottolineato alcuni aspetti significativi nella corsa a questo ruolo, a cominciare dalla visione del futuro per proseguire poi con i tempi che intercorrono fra la valutazione e la realizzione dei progetti da parte della città vincitrice. Un percorso a 360 gradi attraverso suggestioni, racconto ed immagini è stata al centro dell’intervento del sindaco di Matera Raffaello de Ruggieri che ha esordito citando una frase di Mahler: “La cultura rende inevitabile ciò che è altamente improbabile”. “Sessant’anni fa nessuno avrebbe immaginato che una città svilita come Matera potesse diventare Capitale europea della cultura – ha aggiunto, sottolineando – invece la gente che il 17 ottobre 2014 era in piazza ad attendere la designazione della città, non era lì per festeggiare la vittoria che ancora non si conosceva; quella era la rappresentatività di una ricostruita militanza civica che aveva coinvolto in modo viscerale la comunità locale. La forza delle minoranze e dei gruppi che hanno la preveggenza del futuro. Negli anni ’50 Matera era un girone infernale da cui trasferire i suoi 15 mila abitanti; ne parlo in prima persona – ha precisato il sindaco – ma fra i giovani di quell’epoca c’ero io. Ci chiedemmo così se quel luogo fosse una zavorra storica da abbandonare e comprendemmo che qui, invece, c’era una storia incredibile, la più grande interpretazione urbana dalla natura. Nacque così il progetto di psicologia sociale Mitridate per iniettare nelle vene di uomini e donne di Matera, il valore identitario dell’uomo, il vitalismo storico che a Matera vive da 7000 anni. Su questi aspetti si è innestato il tema del coinvolgimento molecolare che ha fatto passare i materani da semplici spettatori del proprio destino a costruttori del proprio futuro”.
Le conclusioni sono state affidate alla prof.ssa Marta Massi, docente di marketing della cultura dell’Università Cattolica del Sacro Cuore: “Nonostante la nostra disciplina sia spesso invisa, perché considerata un ossimoro, il marketing può fare molto per la cultura e viceversa”. Illustrando il percorso di molte delle capitale europee della cultura ha aggiunto: “E’ una istituzione con una mission molto chiara: unire ciò che è diverso ovvero usare la cultura come tessuto connettivo”: Ricordando la prima capitale, Atene, designata nel 1985, la prof.ssa Massi si è soffermata sul brand che ognuna di esse ha rappresentato, in cui la cultura spesso non ha rappresentato l’elemento significativo di posizionamento. In alcuni casi, in particolare, il legame fra le città e i loro loghi simbolo, si modifica. E’ l’esempio, tra gli altri, di Glasgow, città inglese industriale, con molti problemi ma Capitale europea della Cultura. Giungendo, infine, al caso di Matera la prof.ssa Massi ha aggiunto: “Ha dei valori identitari fortissimi e la parola chiave è proprio questa che si identifica molto bene nella frase Open future che ha caratterizzato al candidatura della città, ovvero l’apertura verso altri popoli, come una terra aperta verso gli altri popoli. Matera non è però ancora associata a tutti questi valori e per questo è importante gestire opportunamente anche il marketing facendo in modo – ha concluso – che la brand identity della città possa corrispondere all’immagine”.
bas04 

    Condividi l'articolo su: