L’arte dimenticata in un mondo superficiale, il tema del meridionalismo che si apre al Mediterraneo con tutti i dilemmi che ciò comporta a partire dai migranti, un viaggio in un mondo che fugge veloce, lo spopolamento del Sud e la fuga dei cervelli, un dibattito aperto sulla politica odierna.
Sono alcuni dei temi affrontati dallo scrittore melfitano Raffaele Nigro nel suo ultimo romanzo dal titolo “Il dono dell’amore” (La Nave di Teseo) che sarà presentato a Matera nella Sala Mario Salerno della Fondazione Sassi, martedì 5 agosto con inizio alle 19. Oltre all’autore interverranno la presidente e la direttrice della Fondazione Sassi, Maria Giovanna Salerno e Patrizia Minardi, e il giornalista Filippo Radogna.
Il testo tra cronaca e invenzione narrativa, tra realtà e visionarietà con un linguaggio definito anche sperimentale Nigro fa riferimento a fatti e nomi veri. La sua rimane una letteratura intrisa di un codice tutto personale, una mescolanza di fatti, eventi, riflessioni, personaggi bizzarri, memoria ancestrale e interrogativi sul futuro del Mezzogiorno.
“Il libro – ci ha riferito l’autore – è dedicato a Beppe Labianca, pittore pugliese scomparso durante il Covid, allievo e amico del maestro materano Luigi Guerricchio”. Vincitore nell’87 del Premio Supercampiello con “I Fuochi del Basento”, Nigro nel romanzo ha preso spunto dalla vita di amici pittori pugliesi e lucani con cui ha attraversato gli ultimi decenni ‘900 e il nuovo secolo.
“Partendo da loro ho raccontato – ha aggiunto – la morte dell’arte in una società in cui si rincorrono feste travestite da sagre e in cui sono sparire gallerie d’arte. Al fondo del testo c’è qualcosa che manca nella nostra formazione che invece dovrebbe aiutare dare un senso all’esistenza”. Il romanzo pone una serie di domande cui il Nostro risponde a suo modo tra metafore, cultura contadina, ironia, miti e quel realismo magico che da sempre lo caratterizza, alla ricerca del senso della vita oggi perso nella vacuità e nel conformismo della società postmoderna.