“Di tutto avrebbe bisogno una regione come la nostra ma non di un clima di guerriglia suburbana. Che, fra l’altro, impedisce ad una vera opposizione di far valere la sua idoneità a governare”
“Al facondo consigliere Rosa, cui va comunque la nostra infrangibile simpatia, consiglierei di dedicarsi alla scrittura di un thriller. Autori del delitto, in coda al libro, ‘quei due’, De Filippo e Folino, costantemente evocati nel caleidoscopio regionale come sodali nelle trame più bieche, carichi di un potere debordante, portatori sani di vibrioni autoritari, eppure esempio di un ossimoro permanente. Giacché è noto cosa li distingua per un prezioso stigma genetico: cioè due scuole, due filosofie, due storie, due caratteri, finanche due nature, refrattarie, pur se non sempre fra loro irriducibili come talvolta appare e accade”. E’ il commento del capogruppo del Pd, Vincenzo Viti alla dichiarazione del consigliere regionale Rosa del Pdl.
“Considerarli, però – prosegue Viti – come Rosa fa con la sua intemerata, i custodi di una ‘consorteria antidemocratica, amante dell’opacità amministrativa’ appare davvero il frutto di un eccesso verbale e, speriamo di no, di un’alterazione mentale. Quando egli sa bene, per citare una delle ragioni del suo accanimento terapeutico, come l’imponente materiale richiesto agli uffici regionali (Fenice, Centro oli, Aziende Sanitarie, Acquedotto lucano e universo mondo) esige, nell’interesse dell’impegno cui egli attende, di essere adeguatamente e compiutamente allestito e quindi consegnato. Di tutto avrebbe bisogno una regione come la nostra, contesa fra ragionatori civilissimi, contestatori catilinarî, scettici in servizio permanente, ma non di un clima di guerriglia suburbana. Che, fra l’altro, impedisce ad una vera opposizione di far valere il suo profilo progettuale e la sua idoneità a governare”.
“Ora, che si invochi da parte nostra l’utilità di una vera opposizione, non dovrebbe stupire – conclude il presidente del gruppo Pd. Il centrosinistra, che in queste ore accentua una molecolare inquietudine, avrebbe bisogno di recuperare identità non solo definendo un profilo progettuale all’altezza della crisi che stiamo attraversando ma anche, direi, soprattutto giovandosi di una dialettica forte, alimentata più che dalla durezza delle parole dalla qualità del confronto di cui si renda capace l’opposizione. Ma è tempo di congressi. Anche questo, speriamo possa essere uno dei temi congressuali del Pdl”.