“No all’attività di screening del permesso di ricerca di idrocarburi San Fele”. Per il sindaco di Muro Lucano, Gerardo Mariani, il Comune “ha la priorità di evitare che si possa interrompere – o peggio vanificare – quanto negli ultimi sta faticosamente mettendo in campo nell’ottica di salvaguardia e valorizzazione del territorio”.
Per Mariani “l’amministrazione comunale ha avviato un processo di sviluppo del territorio attraverso la realizzazione di iniziative in campo energetico-ambientale che porterà in breve tempo all’ottenimento di un Label territoriale per l’intero territorio comunale grazie alla predisposizione di studi di monitoraggio, fattibilità ed assistenza per lo sviluppo socio- economico dell’area. Ma non è tutto. Si punta ad interventi energetico-ambientale per la ricerca di risorse economiche pubbliche e private e ad attività antropiche e produttive. Solo così si mira ad una migliore gestione, controllo e valorizzazione del territorio stesso per incentivare il turismo sostenibile”.
“Urge, data la complessità tecnica della materia e della fragilità dell’equilibrio idrogeologico dell’ambiente- prosegue Mariani- convocare una Conferenza di servizi ai fini di verificare se e in che misura ci possa essere compatibilità tra il chiaro indirizzo delle Amministrazioni locali, volto alla salvaguardia, valorizzazione e tutela del patrimonio paesaggistico, naturale ed ambientale e delle sue risorse e lo sfruttamento del territorio stesso. L’intero territorio interessato dal permesso di ricerca San Fele è situato in un’area prevalentemente agricola e boscata. Dalla descrizione del progetto dell’istanza presentata dall’Eni spa l’obiettivo minerario è rappresentato dalla ricerca di idrocarburi liquidi. L’area oggetto del permesso ha un’estensione pari a 143.24 km quadrati ed è interamente nella Provincia di Potenza. Coinvolge i Comuni di Atella, Bella, Muro Lucano, Rapone, Ruoti e San Fele.
“Nella documentazione fornita non vi è riferimento però al Piano Regionale di Gestione delle Acque della Regione Basilicata – aggiunge Mariani- redatto ai sensi del D.lgs 152/06 in recepimento della Direttiva Comunitaria 2000/60/CE. Per garantire e mettere in piedi tutte le misure necessarie alla tutela qualitativa e quantitativa del sistema idrico ed idrogeologico del territorio di Muro Lucano occorre tenere in considerazione il Piano di tutela delle Acque, requisito non esplicitamente richiamato nel documento dello Studio preliminare ambientale presentato. Giova ricordare che il territorio interessato dall’istanza di ricerca entra in importanti idrostrutture come quella Vulcanica del Vulture, della Carbonatica dei Monti di Muro Lucano. Tali importanti idrostrutture costituiscono una risorsa per la Regione Basilicata e per regione Campania. L’idrostruttura dei Monti di Muro Lucano ricade nel bacino dell’alto Sele ed è costituita da complessi calcarei. In aree con falde acquifere e in zone fortemente fratturate anche piccoli scuotimenti e vibrazioni possono ingenerare la perdita di sorgenti. Per la Carta dei Vincoli vi è una palese discordanza con la tavola regionale forestale- conclude- in quanto non sono riportati significativi estendimenti boschivi dell’area”.
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