La celebrazione dei 10 anni di attività della Unità operativa complessa di Ematologia e Trapianto di Cellule Staminali Emopoietiche presso il Centro di Riferimento Oncologico della Basilicata di Rionero in Vulture, riconosciuto Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico per l’Oncologia nel marzo del 2008, rappresenta una importante occasione per affrontare e discutere le nuove problematiche relative a trattamenti e metodologie diagnostiche emergenti.
"È un traguardo importante per il quale la direzione generale dell’Istituto – riferisce una nota – ha deciso di dedicare due giornate, venerdì 28 e sabato 29 settembre, all’approfondimento delle questioni attuali legate alla diagnostica e al trattamento dei più importanti tumori del sangue".
Il “format” prevede una sequenza di Simposi e Tavole Rotonde, nei quali verranno affrontati specifici quesiti di particolare interesse nella pratica clinica quotidiana, con il coinvolgimento diretto di tutti i partecipanti al convegno, che saranno chiamati in causa a discutere attivamente le questioni proposte, anche in maniera interattiva e con la possibilità di intervenire da parte di pazienti e familiari.
Lo scopo finale dell’incontro sarà quello di fornire una serie di chiarimenti e di indicazioni su “questioni calde” attuali nell’ambito della diagnostica e del trattamento dei più importanti tumori del sangue, che emergeranno dall’interazione dei maggiori esperti nazionali nei diversi argomenti con ematologi clinici e ricercatori.
Il Convegno, che riserva una sessione nella mattinata del 28 Settembre a un Corso di Nursing dedicato agli Infermieri impegnati nei reparti di Ematologia della regione, avrà inizio alle ore 14.00 del 28 Settembre e proseguirà nella giornata di Sabato 29 settembre. E’ prevista la partecipazione del Presidente della Regione Basilicata, Dr. Vito De Filippo.
“La disponibilità di trattamenti innovativi, in particolare le nuove generazioni di anticorpi monoclonali e molecole “biologiche” – spiegano i ricercatori – ha radicalmente mutato i paradigmi terapeutici per molti tumori del sangue nel corso degli ultimi 5 anni. I nuovi farmaci, tuttavia, hanno anche posto una serie di problematiche relative al reale beneficio (e al notevole incremento dei costi) che essi determinano rispetto ai trattamenti “convenzionali”, al loro appropriato utilizzo in popolazioni selezionate di pazienti, al monitoraggio a breve e a lungo termine di potenziali tossicità e complicanze, al confronto e/o alla loro integrazione nell’ambito di procedure trapiantologiche.
D’altra parte – aggiungono i ricercatori – tecnologie in continuo sviluppo, quali la PET o l’approccio biomolecolare, hanno altresì determinato la necessità di rivedere i criteri diagnostici, quelli prognostici e il significato della malattia minima residua dopo trattamenti intensivi in numerose emopatie (leucemie acute e croniche, linfomi, mielomi, mielodisplasie e neoplasie mieloproliferative), sollevando, anche in questo caso, una serie di interrogativi relativi all’individuazione di specifici settori in cui tali nuovi approcci devono essere necessariamente applicati, piuttosto che all’individuazione di condizioni in cui un loro utilizzo estensivo non è indicato”.
bas 07