Governo Monti, Autilio: le attese delle Regioni del Sud

L’esponente di Italia dei Valori si dice estremamente soddisfatto per la nomina di Francesco Barca a ministro della Coesione Territoriale “un primo segno di discontinuità rispetto al precedente Governo”

“La nomina del prof. Francesco Barca a Ministro alla Coesione Territoriale è un primo segno di discontinuità rispetto al precedente Governo, dove c’erano un ministro per i Rapporti con le regioni e la coesione territoriale (Raffaele Fitto) ed un ministro delle Riforme per il federalismo (Umberto Bossi). Soprattutto, è un buon segnale l’eliminazione del Ministero che è stato una concessione elettorale ai leghisti”. E’ il commento del Presidente della Seconda Commissione conciliarea, “Bilancio-Programmazione’, Antonio Autilio (Idv).

“E’ rassicurante inoltre – aggiunge – l’esperienza precedente come le buone ‘credenziali’ del prof. Barca che, a partire dal 1998, ha contribuito, al ministero del Tesoro, agli studi sullo sviluppo economico italiano e alla rifondazione delle politiche territoriali di sviluppo. Barca ha fatto parte della squadra di Governo di Ciampi con la missione di rilanciare il Mezzogiorno. A cento giorni dal suo insediamento al vertice del neonato Dipartimento politiche di sviluppo, Barca aveva fissato le strategie in un rapporto in cui puntava su una ‘nuova programmazione economica’ per lo sviluppo del Sud, il suo riscatto e per la ripresa dell'occupazione. Ma, lasciando lavorare il nuovo Governo e il neo ministro Barca, in attesa di primi elementi concreti per esprimere giudizi di merito, in questo momento guardiamo alle aspettative delle Regioni del Sud e alle speranze del popolo meridionale. Le Regioni, grazie all’ottimo lavoro dei presidenti Errani e De Filippo – continua Autilio – non ripartono da zero, quanto piuttosto dagli 8miliardi di euro che il ministro Tremonti avrebbe volentieri sottratto come ha fatto in tutti questi anni con i fondi Fas. Non c’è dubbio: il Sud in questi anni, come è unanimemente riconosciuto dagli economisti, è stato ampiamente trascurato. E’ il presidente della Svimez, Adriano Giannola, a ricordare ai più distratti che ‘il fatto che il Mezzogiorno paghi sicuramente più del Nord in questa fase della crisi è legato per certi versi anche alla crisi del Nord. Tradizionalmente il Mezzogiorno era anticiclico nel senso che subiva di meno le fasi di recessione in quanto mercato per il Nord che reagiva aumentando le esportazioni’. Dunque, nel programma del governo Monti il Mezzogiorno – sottolinea Autilio – è atteso ad una prova di riparazione della grave disattenzione subita per troppi anni, meritando questa volta una reale centralità in agenda, perchè il Sud può rappresentare un'opportunità per tutto il Paese, un'area in cui ci sono talenti giovanili sprecati, professionalità e capacità imprenditoriali (come ci ricorda il documento-manifesto delle associazioni delle imprese lucane), università e strutture di ricerca all'altezza della sfida e quindi può essere funzionale alla ripresa produttiva della nostra comunità. Ma è anche vero che la classe dirigente meridionale, come quella lucana, impegnata in questi giorni in un delicato passaggio di rilancio di idee e programmi più che di organigrammi, scrollandosi di dosso il clichè dell’assistenzialismo, deve mostrare al tavolo del nuovo confronto con il Governo di avere le carte in regola, quindi deve dimostrare di essere all'altezza della sfida della coesione territoriale. E tra i primi appuntamenti con il Governo Monti c’è il Memorandum d’Intesa sul petrolio al quale non possiamo presentarci impreparati”.

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