“Tra poco più di 72 giorni scadrà il termine ultimo fissato dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo per porre fine alla tortura praticata nei confronti dei detenuti ristretti nelle nostre carceri”.
Lo ricorda Maurizio Bolognetti (Radicali Italiani), per il quale si tratta di “una scadenza che non avrà proroghe e che giunge al termine di un cursus dis-honorum che ci vede da tempo richiamati e condannati per la violazione della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo. Il mancato rispetto del sopra citato termine ‘implicherebbe logicamente, necessariamente, il ricorso alle estreme possibilità e capacità di autodifesa dell’Unione Europea, quali la sospensione o addirittura l’espulsione dall’Unione stessa’.
Ad oggi, e nonostante le parole chiare pronunciate dal Presidente Napolitano attraverso il messaggio inviato alle Camere l’8 ottobre scorso – ricorda Bolognetti – il nostro Governo e il nostro Parlamento non hanno saputo e voluto affrontare una questione attinente il diritto, i diritti, la legalità costituzionale, lo Stato di diritto”. Pertanto, aggiunge Bolognetti, “chiediamo in primis al Governatore della regione Basilicata, ai sindaci, ai nostri rappresentati al governo (Vito De Filippo e Filippo Bubbico), ai nostri Parlamentari, di fare quanto è in loro potere per sollecitare interventi che pongano fine alla flagranza di reato in atto contro i diritti umani e la Costituzione. In particolare, chiediamo al Goveratore Marcello Pittella, al Presidente del Consiglio Piero Lacorazza, di attivarsi per far in modo che il Consiglio Regionale si esprima con un ordine del giorno indirizzato al Presidente del Consiglio, al Ministro della Giustizia, ai Presidenti di Camera e Senato. Questa giustizia – conclude – può colpire chiunque ed è una zavorra che ci sta portando a fondo. Stiamo annegando nell'indifferenza, nell'assenza di dibattito, di decisioni da prendere che continuano ad esser rinviate. Ciascuno di noi è responsabile di quello che fa o che non fa: pensieri, opere, omissioni e azioni”.
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