“Il lavoro sommerso e il caporalato sono un problema oltre che per lo Stato e per i lavoratori dipendenti, anche per le imprese in regola che adempiono puntualmente agli obblighi burocratici ed economici connessi ai rapporti di lavoro”.
L’ha detto il segretario provinciale dell’Ugl Matera, Pino Giordano, con riferimento all’esito dei controlli nel quadro delle azioni ispettive, svolte in questo fine settimana estivo, dagli uomini dell'Ispettorato del Lavoro del Nil – nucleo ispettorato speciale dell'Arma dei Carabinieri, affiancati dalle unità delle stazioni territoriali dell'Arma dei Carabinieri, operanti nel territorio di Matera e Provincia, nell'ambito dei controlli nel settore edile e delle costruzioni.
Controlli che hanno attenzionato, attraverso le verifiche ispettive, 9 aziende, delle quali ben 4 sono risultate irregolari.
Per il sindacalista, “va subito affermato che gli organi di controllo non hanno riscontrato nel territorio lucano evidenti situazioni di sfruttamento della manodopera durante l'operazione se pur sono state deferite all'Autorità giudiziaria, in stato di libertà, 3 persone, di cui 1 di nazionalità albanese, e controllati in totale 27 lavoratori, di cui 5 trovati irregolari ed 1 lavoratore a nero”. “Nel territorio materano, in special modo nella fascia ionica/metapontina, proposte e progetti continui andrebbero propagandati – aggiunge il segretario Ugl – per trovare una soluzione. Il caporalato è un problema nel problema, un fenomeno da combattere all’origine, colpendo le aziende che violano le norme sul lavoro, come avvenuto in questo caso specifico. Sarebbe importante creare una ‘Rete del lavoro di qualità’, un osservatorio specialmente nei settori agricoli e manifatturieri. L’Ugl Matera ha sempre prestato attenzione al deprecabile fenomeno del lavoro sommerso. In materia di vigilanza, la nostra o.s. non si è mai sottratta all’introduzione di nuove sanzioni, oltre a quelle, numerose, che già esistono: in questo caso nell’attività di vigilanza ispettiva sono state impartite 4 prescrizioni penali in materia di sicurezza, ammende per oltre 15.000 euro e sanzioni amministrative per circa 4.000 euro. Sarebbe auspicabile che la politica in materia di lavoro introducesse elementi di premialità per le aziende più virtuose. Ogni lavoro deve essere dignitoso. Allora – conclude Giordano – per l’Ugl è sacrosanto rafforzare il profilo sanzionatorio. Chiediamo che le attività di controllo si concentrino sulle aziende che inquinano il mercato, mentre per le aziende sane bisogna garantire tutti gli eventuali supporti previsti dalle norme in tema di servizi e trasporto. La lotta all’illegalità, problema sul quale siamo intervenuti ripetutamente, si fa con i fatti e non con la solita e fallimentare politica dell’attuale governo di pensare a ben altro”.