Per il consigliere di Italia viva “il gioco d'azzardo è una vera calamità sociale” ed auspica che “nelle prossime sedute e, magari in Consiglio regionale, i proponenti e l'intera maggioranza si ravvedano ritirando il provvedimento”
“L’audizione di Don Basilio Gavazzeni della Fondazione Lucana Antiusura in quarta commissione è stata occasione soprattutto di riflessione approfondita, non solo sulla modifica della legge ma anche sulla società lucana, le abitudini e sugli effetti che una dipendenza di questo tipo provoca. Si perde la propria identità anche con ripercussioni devastanti per la famiglia, la società e la comunità in cui si vive. È sulla dipendenza e la circonvenzione dei soggetti più deboli culturalmente ed economicamente che gli strumenti più o meno tecnologici di vario tipo studiati dalle grandi lobby del gioco d'azzardo vanno ad agire, generando business a danno della salute umana. Purtroppo sono presenti dispositivi di gioco d’azzardo in grande quantità e distribuiti sull'intero territorio lucano e che determinano una giro finanziario di circa 550 milioni di euro solo in Basilicata”.
Lo dichiara il Consigliere regionale Luca Braia (Avanti Basilicata/Italia Viva) che aggiunge: “Diminuire le distanze dai punti sensibili, come scuole e chiese, proposto dalla modifica alla legge, significa di fatto aumentare i punti di accesso al gioco che, unitamente alla fruizione continua degli stessi, generano quella dipendenza che diventa patologica, facendo cadere il soggetto e tutto il contesto che intorno a lui ruota, in una spirale negativa e perversa che si allarga a dismisura e impatta sulla sua vita e sulla comunità. Inoltre, consentire l'inserimento nell'osservatorio sulle dipendenze dei rappresentanti dei portatori di interesse è oltremodo inopportuno anche, forse, incostituzionale come scritto nella relazione che Don Basilio ci ha inviato, sulla proposta di legge regionale “Modifiche alla L.R. n. 30 del 27 ottobre 2014, recante misure per il contrasto alla diffusione del gioco d’azzardo patologico (G:A.P.)”.
“La Regione Basilicata – dice – si è dotata di un Piano regionale sul Gioco d’azzardo patologico, approvato dal Ministero della salute e regolarmente finanziato, che è stato nettamente ben apprezzato dall’organismo consultivo tecnico del dicastero, proprio per l’alta qualità dell’impianto definito dai tecnici della Regione. Tale piano riceverebbe un colpo molto grave, che ne minerebbe il raggiungimento degli obiettivi, qualora fossero varate le contromisure esposte nel progetto di legge n. 15 del 2019 dei consigliere Zullino e altri. Le attività commerciali sono inopportunamente, definite nella relazione di accompagnamento ‘presidio di legalità’ come se si configurassero quali enti ausiliari di sicurezza pubblica: del tutto incompatibili con l’ordinamento costituzionale vigente. Le imprese commerciali, piuttosto, sono tenute a osservare scrupolosamente – e ancor più nel campo rischioso del gioco d’azzardo – le regole stringenti amministrative, civili e penali. L’istituzione di ciò deve farsi garante. L’inserimento di due rappresentanti delle associazioni dei concessionari del gioco pubblico sarebbe quindi palesemente illegittimo”.
“Auspico – conclude – che nelle prossime sedute e, magari in Consiglio regionale, i proponenti e l'intera maggioranza si ravvedano ritirando il provvedimento, per aprire una discussione più ampia e approfondita che porti, se lo si ritiene, a presentare un provvedimento volto a rafforzare ulteriormente gli strumenti disponibili nella legge. Oltre che finanziare, magari, azioni di lotta attraverso l'educazione e incentivi per il lavoro. Unico positivo è vero antidoto a questa che è diventata una vera calamità sociale, così come nello spirito della legge proposta dalla collega Sileo, che ho firmato e che ha istituito la giornata regionale della lotta al Gioco di azzardo patologico”.