Gentile (Confartigianato): alto differenziale credito Pmi Nord-Sud

Tassi più alti e stretta per i crediti a favore delle piccole e medie imprese del Mezzogiorno sono le due facce della medaglia del differenziale credito Nord-Sud. E’ quanto sostiene Rosa Gentile, vice presidente nazionale di Confartigianato con delega al Mezzogiorno, commentando i dati del Rapporto di Confartigianato sulle "Tendenze del credito alle imprese", con un focus proprio sul rapporto degli istituti finanziari con la categoria degli artigiani.
I tassi più alti – si legge nel rapporto – in sette regioni del Mezzogiorno: Calabria  (8,43%, -45 punti base in un anno), Sicilia (7,22%, -66 p.b. in un anno), Molise (6,91%, -75 p.b. in un anno), Sardegna (6,81%, -77 p.b. in un anno), Puglia (6,71%, -87 p.b. in un anno), Campania (6,63%, -97 p.b. in un anno) e Basilicata (6,12%, -27 p.b. in un anno). Il costo del credito per un'impresa in Calabria è superiore di 361 punti base rispetto alla media nazionale e superiore di 474 punti rispetto al tasso minimo rilevato in Trentino-Alto Adige. Il tasso pagato dalle imprese del Centro-Nord è pari al 4,54%, ed anche in questo caso tocca il minimo storico, mentre quello pagato dalle imprese del Mezzogiorno è pari al 6,77% ed la differente velocità di riduzione dei tassi porta il gap del costo del credito tre le due aree al massimo di 223 punti base.
I dati elabrati con Artigiancassa indicano a marzo 2016 uno stock, comprensivo delle sofferenze, concesso alle imprese artigiane di 44 miliardi di euro ed in diminuzione in un anno di 2,9 miliardi, pari al -6,1%, flessione più accentuata rispetto a quella delle piccole imprese fino a 20 addetti. "In quattro anni (marzo 2012-marzo 2016) i prestiti all'artigianato si sono ridotti complessivamente di un quinto (-19,1%), pari a 10,3 miliardi di euro in meno, un calo doppio rispetto a quello registrato dal totale imprese (-9,8%)". L'andamento in calo è diffuso in molte le Regioni, anche se alcune tengono meglio: Valle d'Aosta (-3,1%), seguita dal Molise con il -2,8% e dal Friuli-Venezia Giulia con il -3,2 %. Anche nelle province hanno la meglio le flessioni, di cui 44 sono superiori alla media e nel dettaglio in 36 province si rileva un trend dei prestiti stabile o in miglioramento rispetto al trimestre precedente mentre nelle restanti 74 province si rileva un trend in peggioramento.
Gentile sottolinea che Confartigianato per dare risposte alla domanda di credito degli artigiani sta proseguendo nell’attuazione del progetto di una Rete di Confidi non vigilati appartenenti al Sistema Confartigianato. Si tratta – spiega – di un progetto importante soprattutto per i confidi del Mezzogiorno e nasce dall’esigenza rafforzare e valorizzare le caratteristiche fondamentali della garanzia mutualistica, ovvero lo stretto rapporto con il sistema associativo, il radicamento nel territorio e la capacità di fornire un servizio ‘su misura’ per le piccole imprese, requisito fondamentale per continuare a garantire, soprattutto nei territori del Mezzogiorno, l’accesso al credito delle nostre piccole imprese. Le strutture di garanzia del credito meridionale, pur presentando una configurazione più debole e polverizzata rispetto a quelle del centro Nord, hanno comunque dato un apporto più che significativo alla competitività delle micro e piccole imprese nel Mezzogiorno ed al loro bisogno di accesso al credito. Ne è prova, tra le altre cose, il fatto che l’intermediazione di queste strutture è riuscita a garantire alle imprese meridionali associate tassi inferiori a quelli di mercato e piuttosto in linea con la media nazionale. Nonostante ciò, a causa delle deboli condizioni del tessuto bancario e imprenditoriale, i confidi meridionali non sono in grado di supportare efficacemente le PMI: raccolgono ancora poche imprese ed erogano prestiti di ridotta entità. Per questo abbiamo ritenuto fondamentale rafforzare il processo di razionalizzazione, consolidamento, crescita operativa e professionale dei Confidi, accompagnando un processo già in atto nel Sud del Paese ma cercando di dargli nuovo slancio attraverso l’iniziativa della Rete. Ma – conclude – il calo di finanziamenti alle piccole imprese e all'artigianato la dice lunga sulla fragilità della ripresa economica: meno prestiti significa, da un lato, incertezza degli imprenditori ad effettuare investimenti e, dall'altro, rigidità degli istituti di credito a concedere fiducia alle imprese”.

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