Illustrata la Relazione annuale sulle attività del Garante dell’Infanzia e dell’Adolescenza, Vincenzo Giuliano. In evidenza la collaborazione con Difensore civico, Corecom e Crpo. Presenti all’incontro i componenti l’Ufficio di Presidenza
“Il documento presentato alla stampa ed a tutti gli organismi interessati, nonché alla società politica e civile ha l’obiettivo di fornire un quadro chiaro della realtà del mondo dei minori e suggerisce proposte e percorsi operativi da porre in atto per promuovere e valorizzare i diritti e gli interessi di cui sono portatori le persone di minore età che vivono con le loro famiglie in Basilicata”. Questo il messaggio che il Garante dell’Infanzia e dell’Adolescenza ha voluto comunicare nel corso della conferenza stampa di presentazione della Relazione annuale con l’esplicitazione delle attività svolte durante il periodo che intercorre dal primo aprile 2015 al 31 marzo 2016.<br /><br />Presenti alla conferenza stampa, il presidente del Consiglio regionale, Piero Lacorazza, il vice presidente, Francesco Mollica, il consigliere segretario, Mario Polese ed il consigliere regionale, Aurelio Pace. Hanno preso parte all’incontro, anche, il Difensore civico, Antonia Fiordelisi, la presidente del Corecom, Giuditta Lamorte e la presidente della Commissione regionale pari opportunità, Angela Blasi.<br /><br />Il presidente del Consiglio regionale, Piero Lacorazza, ha manifestato il suo plauso per l’operato del Garante sia in termini quantitativi che qualitativi ed ha sottolineato la gran mole di lavoro svolto dal punto di vista legislativo negli ultimi due anni di consiliatura.“I dati sulla povertà – ha detto Lacorazza – sono preoccupanti ed il rischio della crisi non è solo riconducibile alla situazione attuale, ma al come si trascina sulle generazioni future. Mobilità sociale e una nuova legge oculata in merito al Diritto allo studio possono contrastare validamente il certo indebolimento del welfare, evitando che la crisi vissuta dai padri abbia gravi conseguenze sui figli. Fondamentale individuare e focalizzare alcuni obiettivi insieme con il Garante e l’intero Consiglio regionale e tutti gli organismi che hanno quale finalità il contrasto al disagio. Fare sistema – ha detto Lacorazza – coalizzando una serie di iniziative che da sole sono deboli e, pertanto, vanno portate a regime. Creare una rete associativa che si avvalga di una valida mobilità sociale e un diritto allo studio in grado di far convergere aspirazioni e aspettative che siano di contrasto reale al disagio, senza dimenticare il ruolo fondamentale oggi riconosciuto all’associazionismo, vera nuova elite per un’attività aggregativa che riguarda soprattutto il terzo settore, il volontariato. Di qui l’importanza del lavoro del Garante e la sua attività operativa, che si configura come operazione che risponde a un criterio definibile binominale: per un verso, la ricerca, per l’altro, l’azione. La conoscenza puntuale dei fenomeni che si agitano nella società regionale non deve limitarsi ad un’acquisizione squisitamente conoscitiva di dati statistici e di fatti di cronaca, acquisizione che sconfinerebbe in un rischio di sterile accademia. Un intervento operativo, bensì, quello del Garante che sia funzionale alla piena attuazione dei diritti dei minori nel contesto della società degli adulti. In questa sorta di ‘commistione’ tra conoscenza e competenza, tra teoria e pratica, tra essere e dover essere, tra affermazione del diritto e pratica dei diritti, consiste la funzione più importante e più qualificante del Garante”.<br /><br />Giuliano ha parlato di “una società edulcorata e della solitudine dei ragazzi, afflitti da due tipi di disagio: quello economico da cui deriva una serie di problematiche articolate ed il disagio proprio della solitudine. Purtroppo – ha continuato – questo disagio cresce in maniera esponenziale e diviene indispensabile umanizzare la crisi, dando più servizi e attenzione ai tanti casi di profondo disagio che vive la nostra regione. Il ruolo del Garante è quello di sostenere le buone pratiche e di prevenire le situazioni di malessere. La situazione dei giovani in Basilicata non è sicuramente delle più felici. La realtà è che sono sempre più soli e sono costretti a vivere in un contesto a dir poco difficile, tra bullismo, cyber bullismo, abuso di alcol e sostanze stupefacenti, consumo abnorme di tabacco, gioco d’azzardo. E’ compito delle Istituzioni intervenire per arginare un fenomeno destinato, purtroppo, ad allargarsi. Così come diventa di fondamentale importanza fare gruppo con le scuole e le famiglie. La stessa scuola, infatti, luogo dove i conflitti dovrebbero attenuarsi, se non essere eliminati del tutto, diviene, troppo spesso, teatro di trasgressione con il significativo apporto delle nuove tecnologie e dei mezzi di comunicazione usati in modo contorto e pericoloso. Lavorare, quindi, sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza – ha detto Giuliano – per ovviare a quello che è ormai divenuto uno status quo che vede l’attestarsi sempre più imperante di falsi modelli di comportamento, tralasciando i sogni e i desideri più leciti e consoni per un’età che dovrebbe essere caratterizzata dalla corretta comunicazione e dalla condivisione di valori legati alla crescita sociale ed al legame forte con le altre generazioni, le quali, purtroppo, non contribuiscono sempre esaustivamente all’obiettivo fondamentale della vita scevra dai tanti problemi articolati che affliggono il mondo giovanile”.<br /><br />“La legge regionale istitutiva del Garante dell’Infanzia e dell’Adolescenza in Basilicata, approvata il 29 giugno 2009, n. 18 – ha ricordato Giuliano – ha segnato un traguardo molto importante nel processo di definizione dell’ordinamento politico-amministrativo in materia di diritto dei minori. E’ opportuno dare atto al Governo regionale di una sensibilità particolarmente avvertita in questa area d’intervento, se si nota che la legge istitutiva del Garante è del giugno 2009, laddove la legge istitutiva dell’Autorità nazionale è del luglio 2011, anche se poi dobbiamo sommessamente lamentare il non breve lasso di tempo che ha portato l’attività del primo Garante ad avviarsi solo nel novembre 2014. Il Garante – ha precisato Giuliano - non è un Assessorato, e in quanto organo monocratico nell’attuazione delle politiche di tutela dei minori, anche se in una posizione di emanazione dal Consiglio regionale, è comunque soggetto dotato di autonomia decisionale e come tale è Ente che completa il disegno di sussidiarietà voluto dal legislatore regionale per i servizi sociali diretti ai minori”.<br /><br />“Il tema della tutela, protezione e promozione dei diritti delle bambine, dei bambini e degli adolescenti è di fondamentale importanza e valenza in Basilicata e la conseguente assunzione di responsabilità – ha sostenuto Giuliano – spinge ad organizzarsi secondo un criterio logico e metodologico, che salvaguardi l’oggettività dell’informazione, contemperando la chiarezza espositiva con l’aderenza alle questioni affrontate. Di qui la gamma di osservazioni, proposte e suggerimenti all’attenzione del Consiglio regionale e agli altri organi dell’amministrazione regionale e locale, perché si possano apportare all’attività dell’Autorità garante quegli adeguamenti che ne migliorino l’efficienza funzionale e possano accrescere l’efficacia dei suoi interventi. Anche per questo, sono in cantiere un Osservatorio ed una Banca dati, strumenti cardine per avere un quadro esaustivo della situazione e suggerire le soluzioni più opportune. La Banca dati, in particolar modo, deve porre sul piatto della bilancia il reale evolversi della situazione, analizzando l’evolversi dei fenomeni e monitorando i vari aspetti del modus vivendi dei giovani attribuendone l’oggettiva e razionale motivazione”.<br /><br />“Fondamentale – per Giuliano – è il ruolo di ponte di comunicazione tra istituzioni e cittadini del Garante, così come quello di vigilanza e di orientamento, nonché il potere di rappresentanza e la funzione di rappresentatività. Per lo svolgimento dei suoi compiti – ha anche riferito Giuliano – collaborano con il Garante alcuni organismi pubblici e privati, che sono chiamati a collaborare per raggiugere obiettivi comuni e condivisi. Tra questi è utile ricordare: la Consulta regionale di protezione e pubblica tutela dei minori, il Comitato Italiano per l’Unicef, l’Osservatorio regionale per il disagio minorile, il Difensore civico regionale, il Corecom, la Commissione regionale pari opportunità. Spiace dover prendere atto – ha concluso Giuliano – che alcuni di questi organismi, quali ad esempio, la Consulta e l’Osservatorio, hanno scarsa o nessuna operatività. E’, invece, doveroso ricordare che con altri – ha concluso – vedi il Difensore civico, Antonia Fiordelisi, le presidenti del Corecom e della Crpo, rispettivamente, Giuditta Lamorte e Angela Blasi, è in essere una collaborazione reciprocamente proficua”.<br />