Fonti rinnovabili, Rosa: “Ottanta per cento aree non idoneo”

Per il capogruppo di Lb- Fdi “dopo ritardi e inadempienze per una politica regionale disattenta al tema ambientale, i lucani vedranno i loro interessi piegati a quelli nazionali”

&ldquo;Nella individuazione delle aree non idonee agli impianti alimentati da fonti rinnovabili, oltre i ritardi anche la beffa. Oltre l&rsquo;80 per cento del territorio lucano non &egrave; idoneo ma bisogna piegarsi agli interessi nazionali&rdquo;.<br /><br />Cos&igrave; il capogruppo di Lb-Fdi Gianni Rosa che ricorda come &ldquo;il 16 gennaio 2010, la Regione Basilicata ha pubblicato il Piear (Piano energetico ambientale regionale) e il 10 settembre 2010, il Ministero delle Attivit&agrave; produttive ha emanato le &lsquo;Linee guida per l&rsquo;autorizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili&rsquo;. Dunque, nel giro di un anno dalla sua approvazione &ndash; dice il consigliere di Lb-Fdi – il Piear viene superato dalle Linee guida ministeriali e necessita di aggiornamenti. I dipartimenti latitano per 4 anni. Con la Legge regionale n.18 del luglio 2014, si cerca di accelerare fissando il termine di 60 giorni dalla entrata in vigore della norma, per individuare le aree del territorio lucano non idonee ad ospitare impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili. Nel mese di ottobre di questa individuazione ancora nulla. Dunque ho presentato una interrogazione per conoscere a che punto fosse l&rsquo;individuazione di queste aree e l&rsquo;assessore&nbsp; ha risposto che il comitato tecnico paritetico istituito presso il Dipartimento Ambiente ha predisposto un apposito documento, gi&agrave; a novembre, che &egrave; ancora &lsquo;in fase di condivisione&rsquo; e conclusa la fase di condivisione, la competente direzione generale del Dipartimento Ambiente sottoporr&agrave; il documento del comitato paritetico alla definitiva approvazione degli organi politici&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Quindi &ndash; evidenzia il consigliere regionale -&nbsp; di fatto, ancora nulla. Siamo a giugno 2015 e nella seduta della terza Commissione del 22 aprile scorso, l&rsquo;assessore Berlinguer, sentito in audizione, ha dichiarato che lo studio, approntato dal Dipartimento, individua nel territorio regionale un numero di aree non idonee che quasi coincide con l&rsquo;80 per cento della superficie. A parte i ritardi di un&rsquo;amministrazione che non rispetta neanche i termini imposti dalle leggi, ci chiediamo: nel passaggio da un ufficio all&rsquo;altro quante delle aree individuate non idonee diventeranno idonee?&rdquo;<br /><br />&ldquo;Ci spieghiamo meglio &ndash; precisa Rosa – l&rsquo;elenco delle aree non idonee ad ospitare impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili doveva essere predisposto all&rsquo;indomani della pubblicazione delle linee guida, nel 2010. Per oltre 4 anni, gli impianti sono sorti senza che fossero rispettati i criteri dettati dal Ministero, perch&eacute; il nostro Piear non recepiva dette linee. A ci&ograve; si aggiunga che non &egrave; servito il termine di 60 giorni imposto con legge regionale a luglio 2014 per ottenere un&rsquo;accelerazione dagli uffici. Siamo a maggio 2015 e ancora si parla di concertazione tra gli uffici, in particolare quelli delle attivit&agrave; produttive che hanno assunto impegni nei confronti delle autorit&agrave; nazionali e, correlativamente, di coloro che magliano cos&igrave; la rete, cio&egrave; i vari enti, Enel&rdquo;.<br /><br />&ldquo;In altre parole &ndash;ancora il consigliere di Lb-Fdi – gli impegni presi dalla regione sulla base di un Piear non aggiornato e non conforme alle linee guida devono essere rispettati. Come si intuisce dalle parole di Berlinguer, se sono stati presi impegni (e sottolineiamo che l&rsquo;assessore non parla neanche di autorizzazione) dal dipartimento attivit&agrave; produttive per la costruzione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili in aree che il dipartimento ambiente considera non idonee, per il rispetto di quegli impegni prevarrebbe la logica dell&rsquo;economia (e Berlinguer fa ancora riferimento a quella nazionale, neanche a quella regionale) sulle ragioni dell&rsquo;ambiente&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Insomma &ndash; conclude Rosa – dopo tutti i ritardi e le inadempienze dovuti da una politica regionale disattenta e disinteressata al tema ambientale e di tutela del territorio, come per le estrazioni petrolifere, i lucani vedranno i loro interessi piegati a quelli nazionali. Era meglio essere una terra di pastori che diventare l&rsquo;hub energetico italiano&rdquo;.<br /><br />lc<br />

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