Fonti rinnovabili, interrogazione di Singetta (Api)

Il consigliere regionale chiede di conoscere le conseguenze che produrrà la decisione del Tar della Basilicata di sospendere la graduatoria delle istanze per la costruzione di impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili

“Quali conseguenze a livello organizzativo e temporale produrrà la decisione del Tar per la Basilicata di sospendere l’efficacia dell’elenco-graduatoria delle istanze di autorizzazione unica alla costruzione ed all’esercizio di impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, ai sensi dell’art.3 com.3 della L.R. 1/10”. Il quesito lo pone in un’interrogazione il consigliere regionale Alessandro Singetta (Api), il quale, rivolgendosi al presidente della Giunta e all’assessore al ramo chiede di conoscere altresì chi ha deciso di procedere all’acquisizione delle domande di autorizzazione attraverso un procedimento di estrazione a sorte delle stesse, atteso che tale criterio non compare nella delibera di G.R. di approvazione del disciplinare”.
Singetta intende conoscere “quali iniziative si vogliono adottare per evitare che la sospensione della procedura disposta dal TAR per la Basilicata non produca la completa paralisi del settore”.
L’esponente di Alleanza per l’Italia fa presente che “l’approvazione del disciplinare attuativo del P.I.E.A.R. ha prodotto, come era facilmente prevedibile, l’interesse di molti imprenditori che da tempo attendevano l’opportunità di investire nel settore delle energie alternative. Purtroppo – continua Singetta – quella che era stata contrabbandata come una ‘scelta di buon senso’ (il sorteggio stabilito …con un comunicato stampa!) si è rivelata, ovviamente, in contrasto con l’obbligo di stabilire a priori le modalità di accesso e le regole di partecipazione, che devono essere chiare, snelle e trasparenti e non possono essere lasciate ad improvvisate interpretazioni. A parere del consigliere regionale, “l’approssimazione con cui è stata gestita la vicenda produrrà inevitabilmente ulteriori ritardi negli investimenti e nelle conseguenti ricadute occupazionali”.

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