Le considerazioni del consigliere regionale del Gruppo Misto dopo la "Sessione comunitaria": "L'uso dei fondi non migliora la condizione dei lucani"
"La comunicazione annuale del presidente Pittella in relazione alla Sessione comunitaria, pur se percepita da sempre come un semplice atto dovuto, poteva questa volta essere l’occasione per offrire un quadro dell’utilizzo dei fondi europei, degli effetti concreti che questi hanno avuto sullo sviluppo del territorio e del modo in cui hanno influito sugli indicatori socio economici della Basilicata. Mi pare, invece, che quella del presidente Pittella sia stata una relazione asettica, una mera rappresentazione di dati così come rendicontati, evitando una analisi dell’impatto concreto sul contesto economico regionale". È quanto afferma il consigliere regionale del Gruppo Misto Giannino Romaniello.<br /><br />"Dopo aver ascoltato tale comunicazione – aggiunge l'esponente politico -, ho provato ad elaborare i dati che ci sono stati forniti, integrandoli con quelli messi a disposizione da Opencoesione.gov, portale del Dipartimento per lo sviluppo e coesione economica dedicato all’attuazione dei progetti finanziati dalle politiche di coesione in Italia. L’analisi si è soffermata, in particolare sul confronto tra i fondi impegnati dalla nostra regione con gli obiettivi fissati a livello nazionale e comunitario nonché con quanto realizzato dalle altre regioni in convergenza. Il dato che salta agli occhi è quello relativo ad un netto peggioramento, a partire dalla rilevazione del 31/12/2013, della nostra capacità di impiego delle risorse, sia riguardo al FESR che al FSE, in relazione al rispetto del target nazionale. In particolare, sul FESR, la Basilicata ha rendicontato in meno rispetto al target nazionale l’1,5% al 31/12/2013; il 3,2% al 31/04/2014; il 2,1 al 31/10/2014; il 3,6% al 31/12/2014 e il 3% al 31/05/2015. Un trend negativo ancor più significativo se si considera che prima del 31/12/2013 la spesa era sempre stata superiore ai target nazionali. Situazione simile si riscontra in relazione al FSE. In questo caso la Basilicata ha rendicontato in meno rispetto al target nazionale il 4,8% al 31/10/2014; il 2,2% al 31/12/2014; il 4,3% al 31/05/2015, a fronte, anche in questo caso, di dati positivi prima del 31/10/2014".<br /><br />"I dati a nostra disposizione per confrontare il risultato ottenuto dalla Basilicata in relazione ai target UE – continua Romaniello – si fermano al 31/12/2014 e sono dati di sostanziale rispetto degli obiettivi, ma quanto emerge dai dati negativi relativi ai target nazionali non può che alimentare preoccupazione circa la capacità di realizzare l’obiettivo del 100% al 31/12/2015. Bisognerebbe verificare, in particolare, se è stata fatta una programmazione efficace che ci consenta di rendicontare da qui alla fine dell’anno quanto previsto in modo da non subire un disimpegno di risorse. In ogni caso, leggendo questi dati emerge chiaramente che l’andamento virtuoso che la Regione Basilicata ha dimostrato di avere a partire dall’inizio degli anni 2000 si sia interrotto e oggi ci troviamo ad avere una capacità di spesa del tutto paragonabile a quella delle altre regioni in convergenza. Sembra quasi che in quest’ultimo periodo la Basilicata abbia perso quel quid in più rispetto alle altre regioni del Mezzogiorno. Questo non può che spingerci ad una seria riflessione politica sui motivi del peggioramento delle nostre performance di spesa ma anche e soprattutto sugli effetti concreti che i fondi hanno avuto in questi anni sullo sviluppo e sulla situazione economica e sociale della nostra regione e quindi sugli indicatori socialio-economici ed infrastrutturali. L’obiettivo è quello di valutare questi indicatori e capire come fare in modo che la utilizzazione dei fondi possa produrre effetti positivi sul tasso di attività, occupazione ed infrustrutturazione della regione, considerato che i dati presentati dai rapporti della Banca d’Italia e dallo Svimez evidenziano una situazione di stasi, se non negativa, rispetto agli anni precedenti".<br /><br />A parere di Romaniello "la lettura puntuale di alcuni indicatori sostanziali ci dice che non siamo andati avanti. Un esempio che è sotto gli occhi di tutti è quello relativo al tasso di attività, che ci vede tornati nella media delle regioni del sud, mentre fino al 2008 eravamo nettamente al di sopra. Lo stesso può dirsi per il tasso di disoccupazione, in particolare quello giovanile, che evidenzia, tra l’altro, un forte scoraggiamento nella ricerca di lavoro, che è passata dal + 23% del 2012 al meno 2% del 2014. Siamo, quindi, di fronte ad una situazione di crisi ancora molto forte, sicuramente dovuta anche ad una politica di pesante austerità messa in atto dall’Europa, che ha determinato effetti devastanti per le economie più deboli, come la nostra, quella Greca, spagnola portoghese, ma anche causata da una distribuzione a pioggia delle risorse regionali piuttosto che concentrata su progetti territoriali e settoriali in grado di far uscire la Basilicata dall’isolamento e determinare effetti positivi sul versante dello sviluppo e dell’occupazione".<br /><br />"E allora, per evitare di snocciolare in modo asettico solo dati e per tornare ad una valutazione più politica – aggiunge l'esponente del Gruppo Misto -, credo ci sia bisogno di discutere del nuovo quadro dei fondi 2014-20 per immaginare misure e interventi efficaci in tutti i settori e in tutti i territori, con particolare attenzione a sostegno dell’innovazione del sistema delle piccole e medie imprese che, non mi stancherò mai di dirlo, sono l’ossatura del nostro apparato produttivo, al fine di innalzare, anche se di pochi punti, il tasso di attività, occupazione e di infrastrutturazione della Basilicata. Questo è il punto politico da cui partire. Questo è e deve essere l’interesse di tutti, al fine di evitare di continuare ad utilizzare i fondi per stabilizzare la situazione anziché per migliorarla, come avvenuto nel passato recente. Una operazione ed una scelta politica da condividere con tutti gli attori sociali ed economici, e quindi con il mondo Sindacale, delle imprese, delle professioni e delle autonomie locali, se si vuole far voltare pagina alla nostra regione e dare risposta alle migliaia di giovani che la abbandonano".