Fondi Cipe, Castelluccio: poca chiarezza sulla Val Basento

Il Vice presidente del Consiglio regionale: “Delibera Cipe fondi reindustrializzazione: e per la Val Basento?”

&ldquo;Nell&rsquo; ultima delibera Cipe che scongela consistenti finanziamenti da spendere per il contrasto alle delocalizzazioni, per i contratti di sviluppo e ben 1 miliardo e 50 milioni per gestire i processi di reindustrializzazione, transizioni e crisi industriali, ci sar&agrave; qualcosa per la reindustrializzazione della Val Basento?&ldquo;.&nbsp; E&rsquo; la domanda del vice presidente del Consiglio regionale, Paolo Castelluccio, rivolta al governatore Pittella e all&rsquo;assessore Cifarelli.<br /><br />&ldquo;Dalle notizie di stampa &ndash; aggiunge &ndash; se &egrave; chiaro che solo adesso il governo Gentiloni corre ai ripari per tentare di arginare la fuga di multinazionali dall&rsquo;Italia &ndash; i napoletani&nbsp; dicono: &ldquo;ropp&rsquo;arrubbata, facetter &lsquo;e porte &lsquo;e fierro&rdquo; &ndash; non &egrave; invece per nulla chiaro cosa si intenderebbe fare per i processi di reindustrializzazione che, nel caso della Valbasento, sono fermi ai tanti buoni propositi e a qualche milione di euro gi&agrave; speso senza risultati.&nbsp; Ebbene &egrave; il caso di ricordare &ndash; dice Castelluccio – gli ultimi dati (di qualche anno fa) in nostro possesso che confermano come sono state sinora gestite risorse ingenti alla base della storia infinita della reindustrializzazione della Val Basento. Le spese relative alla sola gestione dei programmi da maggio 2000 a dicembre 2014&nbsp; – rileva – ammontano a 2.661.110,84 euro con risultati sotto gli occhi di tutti. Per il triennio 2015-2017 la spesa necessaria &egrave; pari a 1.239.159,91 euro comprensiva della somma di 750.000 euro pari al 3 per cento di 25 meuro (per gli investimenti da realizzare) che &egrave; la quota di compensi da destinare ad Invitalia per la gestione del Bando regionale a valere sull&#39;Accordo Murgiano. In sintesi, le spese di gestione per completare gli interventi di cui alla delibera Cipe 120/1999 complessivamente ammonterebbero a 3.900.263,75 euro di cui 2.661.110,84 gi&agrave; impegnati al 31.12.2014. Il Comitato di Gestione, bont&agrave; sua, ha stabilito che le spese di gestione non debbano superare l&#39;importo massimo del 3 per cento della dotazione finanziaria assegnata e, pertanto, fino all&#39;importo massimo di 3.286.907,82 euro. Di conseguenza &ndash; sottolinea il consigliere – le somme eccedenti saranno a carico del bilancio regionale&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Mi resta poco da commentare – rimarca Castelluccio&nbsp; – perch&egrave; le cifre parlano da sole e indicano responsabilit&agrave;, inefficienze, sprechi. Se non ci sar&agrave; un&#39;autentica svolta nella gestione dei programmi di reindustrializzazione e, soprattutto, non si metter&agrave; fine agli sprechi la Val Basento continuer&agrave; ancora per anni ad essere l&#39;attuale cimitero industriale simbolo pi&ugrave; diretto del disastro industriale lucano. Nylstar, Cfp, Panasonic, Ergom, Orsa Sud, Apelle, Helesi: sono solo gli ultimi capitoli di un lungo rosario di fallimenti industriali. Ora si vorrebbe far credere che la Zes sar&agrave; la bacchetta magica, in grado di restituire alla Val Basento una rinnovata prospettiva di sviluppo. L&rsquo;unica proposta sensata degli ultimi anni per il rilancio di un progetto produttivo dell&rsquo;area industriale della Val Basento &egrave; quella che contempla il riconoscimento del sostanziale fallimento dell&rsquo;accordo di programma per la reindustrializzazione della valle dopo il declino della chimica&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Si poteva e si pu&ograve; coinvolgere proprio l&rsquo;Eni attorno ad un progetto di bonifica e di riconversione degli stabilimenti di Pisticci e Ferrandina puntando sulla chimica verde , come &egrave; accaduto per altri impianti Eni ed in altre regioni del Paese. Qualit&agrave; ambientale e sviluppo di attivit&agrave; produttive eco compatibili&nbsp; – conclude Castelluccio – dovrebbero essere al centro di una rinnovata trattativa con la compagnia petrolifera ed il Governo che non pu&ograve; trascurare questa area gi&agrave; classificata come area a declino produttivo&rdquo;.<br />

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