“L’esempio virtuoso della Scuola di Alti Studi di Maratea per formare la nuova classe dirigente amministrativa, superando innanzitutto i vecchi vizi della burocrazia meridionale, e l’incoraggiamento del Ministro Barca ad investire sulle risorse umane del Sud per determinare le condizioni dell’autosviluppo, sono nuova linfa a sostegno del “Manifesto per il Sud” sottoscritto da intellettuali, politici, esponenti della società civile con l’obiettivo di riaffermare la centralità del Mezzogiorno per ogni realistico processo di avvio della crescita. E’ quanto afferma il dirigente regionale dell’Udc, Antonio Flovilla.
“Il salto di cultura politica da compiere è nel nuovo modo di affrontare la storica “Questione Meridionale”: non si tratta – ha sottolineato Flovilla – di chiedere trattamenti speciali e privilegi indulgendo a un rivendicazionismo deteriore. E inoltre bisogna mostrare la dovuta attenzione ai crescenti fenomeni di antipolitica ed allontanamento dalla politica, sfiducia per le istituzioni, esasperazione sociale che specie al Sud se non trovano ancora punti di riferimento nel Movimento di Grillo, hanno comunque aspetti e connotati specifici. Proprio al Sud ed in questa situazione di emergenza sociale c’è terreno fertile per un nuovo Masaniello, forse meno spettacolare e chic di Grillo, ma non per questo meno attraente”.
“Pertanto, come è scritto nel Manifesto, una nuova strategia per il Sud deve assumere come obiettivo imprescindibile – aggiunge ancora l’esponente dell’Udc – la lotta contro ogni forma di assistenzialismo e di clientelismo, deve promuovere la formazione di classi dirigenti più sensibili all’interesse generale e deve porsi nel quadro di un disegno nazionale di sviluppo di tutto il Paese. La svolta per lo sviluppo del Sud può realizzarsi con finanziamenti sostenibili per i conti pubblici. Non si tratta di continuare a inseguire una generica industrializzazione a suon di incentivi tanto inutili e dannosi quanto costosi. Ciò che si richiede è un impegno costante e una strategia del governo nazionale finalizzata a orientare efficacemente le classi dirigenti, pubbliche e private, a innovare nei loro comportamenti. A differenza che nel passato, esse devono essere incoraggiate, con misure di promozione ma anche con sanzioni, a valorizzare quelle risorse locali che ci sono e che sono gravemente sottoutilizzate, non tanto per carenze di fondi, ma soprattutto per la difficoltà di realizzare beni e servizi collettivi che qualifichino l’ambiente economico e sociale. In Basilicata – conclude Flovilla – tutto ciò indica che la strada dell’autosviluppo ha due corsie obbligate: una svolta nella gestione sinora troppo deludente delle risorse del territorio (petrolio e ambiente) e il rinnovamento della classe dirigente”.
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