Strategia delle aree interne e loro riattivazione sociale ed economica. È stato questo il tema al centro dell’incontro che si è svolto a Noepoli (Potenza) dal titolo “Aree interne: informare, discutere, monitorare, studiare, connettere” promosso dalla Flai Cgil Potenza e Basilicata. A partire dalla strategia nazionale per contrastare la caduta demografica e rilanciare lo sviluppo e i servizi di queste aree, scopo dell’organizzazione sindacale è sollecitare una programmazione che metta al centro la persona e il lavoro puntando da un lato allo sviluppo sostenibile, dall’altro alla tutela del territorio, con un occhio alla forestazione e al turismo di prossimità.
Una riflessione a più voci alla quale hanno preso parte il sindaco di Noepoli Mimmo Esposito e alcuni dei sindaci dell’area interna Mercure – Alto Sinni – Val Sarmento, Rosanna Salvia dell’Università della Basilicata, Prospero Cassino presidente Confesercenti Potenza, Caterina Salvia della Legacoop Basilicata, Ercole Mete Alpaa Calabria, Piergiorgio Quarto direttore della Coldiretti Basilicata ed Ettore Ronconi responsabile progetto Aree interne della Flai Cgil nazionale.
Le aree interne coprono il 60% del territorio nazionale. Il 22% della popolazione vive in aree interne, molte delle quali sono ultraperiferiche. In Italia sono state individuate 71 aree interne, delle quali 23 hanno già avviato il programma nazionale grazie a un investimento di 323 milioni di euro. In Basilicata sono state individuate 4 aree interne: Marmo Melandro, Alto Bradano, Collina Materana e Mercure-Alto Sinni – Val Sarmento.
Hanno spiegato Vincenzo Esposito, coordinatore regionale Flai Cgil e Giuseppe Burdi, segretario generale Flai Cgil Potenza: “Abbiamo deciso di partire in via sperimentale in quest’ultima area individuata in quanto in termini di spopolamento si caratterizza per un maggiore saldo negativo tra il 2001 e il 2011, pari al 9,1% di popolazione in meno contro il -4,5% delle aree interne a livello nazionale. L’obiettivo è invertire questa tendenza negativa, rimettendo al centro i diritti di cittadinanza nelle aree interne meno sviluppate: sanità, mobilità, istruzione. Un percorso che non può prescindere dall’agricoltura, elemento fondamentale dello sviluppo delle aree interne, puntando su una agricoltura di qualità basata sull’innovazione e sull’occupazione giovanile. Per fare ciò – ha concluso Esposito – è necessario che i Comuni e i servizi si uniscano”.
L’area del Mercure-Alto Sinni – Val Sarmento coinvolge 18 Comuni. La superficie agricola è pari al 29,6% ma meno del 35% è stato utilizzato negli ultimi dieci anni dagli imprenditori agricoli. “Spopolamento, scarse prestazioni sanitarie, pochi scambi commerciali e distanza dai centri di servizi sono le caratteristiche essenziali di quest’area e in generale delle aree interne –afferma Giovanni Casaletto, presidente dell’Ires Cgil Basilicata – La sfida è quella di creare le condizioni necessarie per il ripopolamento, l’economia, ristabilendo condizioni di vivibilità. È solo incontrando il territorio che la ruralità può fungere da modello economico e sociale”.
L’iniziativa si inserisce in un’azione più ampia della Flai Cgil nazionale che si è data l’obiettivo di liberare il potenziale di sviluppo agricolo in queste aree per lo stesso successo della Strategia delle aree interne, rimuovendo tutti quegli ostacoli che si frappongono a un efficace utilizzo della risorsa terra e dei processi innovativi necessari alla salvaguardia del territorio. Ha detto Ercole Ronconi: “La nostra azione sindacale ha come obiettivo quello di guardare ai giovani e provare a dare delle risposte. Per ottenere dei risultati è importante che gli interventi su sanità, trasporti e istruzione siano affiancati da un incentivo alle attività produttive e al lavoro altrimenti non riusciremmo a spostare sacche di popolazione e a mantenere quella che resiste. In questo senso il settore agroalimentare è strategico in quanto in grado di attivare altri circuiti correlati (commerciale, turistico, culturale). Fondamentale è il discorso sulle risorse. I fondi Psr – ha concluso – sono strumento essenziale ma è necessario che il finanziamento sia legato al risvolto occupazionale tra i criteri di accesso. Al contempo bisogna investire in formazione e innovazione tecnologica”.
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