Maurizio Bolognetti, in qualità di componente della direzione Radicali Italiani, interviene in merito al finanziamento dei partiti, ricordando la “vera truffa che da venti anni viene perpetrata ai danni di quel 90,3% di cittadini italiani che nell’aprile del 1993 votò a favore del referendum radicale, che proponeva l’abolizione del finanziamento pubblico dei partiti. Pochi mesi dopo – ricorda – il Parlamento varò la legge 515 del 93, recante per oggetto ‘Disciplina delle campagne elettorali per l'elezione alla Camera dei deputati e al Senato della Repubblica’”. Con tale legge, ricorda Bolognetti, di fatto i partiti fecero rientrare dalla finestra ciò che i cittadini avevano fatto uscire dalla porta referendaria. Con la dicitura “rimborsi elettorali” si ripristinò l’abrogato finanziamento pubblico dei partiti. Nel 1997 i Radicali denunciarono lo scippo, distribuendo in piazza centinaia di milioni.
Ciò detto – afferma Bolognetti – ho l’impressione che sui sedicenti rimborsi elettorali qualcuno abbia confuso con altro ciò che per legge – truffaldina certo, ma pur sempre legge – spetta ai partiti del sessantennio. Di certo, e lo ripeto, nessuno vuole discutere del furto di legalità, verità e democrazia e del tradimento della volontà popolare. Il problema vero – conclude Bolognetti – è che il ‘furto’ legalizzato di denaro pubblico, la gestione clientelare delle istituzioni, la negazione del diritto alla conoscenza e di uno straccio di dibattito su temi di fondamentale importanza per la vita del Paese, si sono tradotti in furto di democrazia”.
bas 07