“Nella storia della politica, specie in quella italiana, è sempre stato difficile far convivere tradizioni culturali, esperienze di vita, sensibilità diverse.
Lo spirito di scissione, vera e propria malattia nostrana, ha sempre tenuto banco, prima o poi, sulle ragioni dell’unità.
Non a caso la presenza del Nuovo Polo, nel contesto politico-istituzionale, si è creata di fronte al fallimento delle fusioni a freddo dei Ds con la Margherita e dell’unione di pura convenienza elettorale tra Forza Italia e Alleanza Nazionale”. E’ quanto afferma in una nota il presidente regionale del coordinamento dell’Udc verso il Pdn Gaetano Fierro.
“Nel Polo per l’Italia, la nuova formazione politica, si incontrano l’ispirazione cristiana , il pensiero liberale, il patriottismo nazionale , le virtù civiche repubblicane, quattro segni distintivi che da Manzoni a Gioberti, a Mazzini hanno ispirato il processo risorgimentale ed unitario del Paese. Sono le grandi scuole di pensiero che , con De Gasperi e Einaudi, hanno accompagnato la ricostruzione morale e strutturale dell’Italia. Due momenti significativi della nostra storia, laddove Stato e Nazione vennero letti come una sola unità, politica, spirituale e territoriale.
Il patrimonio di queste diverse culture – sottolinea Fierro – si rivelerà per noi particolarmente prezioso se i partiti in campo sapranno smussare le ragionevoli angolature esistenti per compilare, con chiarezza, la carta d’identità del costituente Polo per l’Italia. La scommessa, dunque, che proponiamo è dimostrare che è possibile stare insieme in nome della storia, del bene comune da perseguire, della ricostruzione morale e del rilancio della Politica e della sua dignità nel Paese. Non a caso, i partiti contrari all’originalità del nuovo progetto che proponiamo hanno cominciato, al centro come in Basilicata, a cercare di dividerci con argomentazioni rozze e poco sofisticate politicamente richiamando la diversità delle anime presenti nel costituente Polo. Proponiamo, allora, che in Basilicata si organizzi una piccola Todi, cioè una occasione seria e mirata per approfondire e dibattere la bontà delle proposte della nuova alleanza alla società civile del nostro territorio.
Per questo – aggiunge l’esponente dell’Udc lucana – sarebbe auspicabile coinvolgere le migliori energie della regione: della cultura, della scienza, dell’impresa, della finanza, della società libera al fine di declinare una piattaforma di proposte e di azioni condivise all’altezza del compito e del momento storico che viviamo. In parole povere, di fronte alle difficoltà e ai disagi della situazione politica esistente, il disegno che si propone non può reggersi su una impostazione retorica o su una mera contrapposizione al sistema politico vigente, bensì è necessario avanzare, come è accaduto al convegno di Todi, una nuova visione della società civile di Basilicata fondata su programmi comprensibili per i cittadini lucani e per l’elettorato indeciso, in modo particolare al ceto medio, frustrato ed indebolito economicamente e socialmente. Da questo momento in poi riteniamo che sia necessario passare,con il concorso di tutti, dalle buone intenzioni ai fatti”.
BAS 05