Fiat, Vaccaro e Tortorelli (Uil e Uilm): Melfi prima di tutto

“In attesa delle informazioni che l’ad Fiat Marchionne fornirà nel pomeriggio al Governo sul Programma Fabbrica Italia, l’attenzione del mondo politico ed istituzionale della nostra regione deve concentrarsi sull’indotto di San Nicola di Melfi che in questa situazione è di fatto l’anello più debole”. Lo sostiene il segretario regionale della Uil Carmine Vaccaro che propone al Governatore De Filippo di lavorare affinché oltre al tavolo nazionale (insieme ai Governatori delle Regioni dove sono localizzati stabilimenti della Fiat) si insedi uno specifico tavolo regionale innanzitutto per monitorare, con il dovuto senso di responsabilità, i processi che riguardano l’indotto. Nel passato, anche recente, l’attività dell’automotive a San Nicola di Melfi – spiega una nota della Uil – ha risentito di scelte aziendali del gruppo Fiat-Crysler con casi di chiusura e di trasferimento di siti produttivi specie all’estero. Bisogna correre ai ripari e prevedere cosa possa accadere anche rispetto al futuro degli investimenti Fiat in Italia e su quali prodotti saranno indirizzati. Per la Uil e la Uilm l’idea progettuale di candidare San Nicola di Melfi ad un ruolo di indotto per le produzioni degli stabilimenti Fiat del centro-sud, peraltro secondo indicazioni e progetti che Confindustria (anche senza la presenza di Fiat) ha condiviso, resta una buona e valida base di discussione. Questo – spiegano Vaccaro e Tortorelli – per dare più sostanza al Campus Tecnologico di Melfi che rappresenta la specificità della presenza Fiat in Basilicata da far contare ai tavoli nazionale e regionale. Per la Uil e la Uilm, che continuano a difendere fabbriche e posti di lavoro, la collocazione strategica della Sata, l’alta professionalità dei lavoratori, la tecnologia della fabbrica integrata ne fanno un avamposto industriale per l’area del Mediterraneo e per i vecchi e i nuovi mercati dell’auto. Chi ha responsabilità – concludono Vaccaro e Tortorelli – deve perciò esercitarla fino in fondo, abbandonando da una parte atteggiamenti di pura polemica e dall’altra iniziative formali magari pensando che siano sufficienti i comunicati stampa, impegnandosi a cercare di rimarginare ferite aperte, perché in gioco con il destino dell’automotive c’è la cancellazione della Basilicata dalla carta dell’industria italiana con la conseguenza di un colpo dalle conseguenze ancora inimmaginabili sul tessuto sociale della regione”.

bas 07

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