Ferramosca (Ara): taglio ai finanziamenti del Sistema Allevatori

“E’ stata come un fulmine a ciel sereno la notizia, giunta nella serata di mercoledì 21 giugno, con una nota del Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali che ha reso noto alle Regioni che la ripartizione per il cofinanziamento del Piano nazionale dei controlli sulla produttività animale svolti dalle Associazioni Allevatori, a causa del ridimensionamento della spesa pubblica, passerebbe dagli attuali circa 22,5 milioni di euro a soli 7 milioni. A fronte, si badi, di una spesa complessiva che supera abbondantemente i 50 milioni di euro”. Lo afferma in un comunicato stampa, il presidente dell’Ara di Basilicata, Palmino Ferramosca.
“E’ davvero sconcertante e desta grande preoccupazione – aggiunge – questo ulteriore taglio ai finanziamenti destinati alle Associazioni allevatori che, lo ricordiamo, svolgono un attività di pubblico servizio. Un taglio di dimensioni tali da far precipitare il sistema allevatoriale in una emergenza mai conosciuta nei suoi 70 anni di vita, facendo venir meno i progetti futuri e il proseguimento del lavoro sin qui fatto per il miglioramento genetico delle razze e delle specie allevate in Italia. Così come verrebbe meno tutta l’attività di selezione a difesa del reddito degli allevatori, tutte le azioni a favore della biodiversità animale che le ARA garantiscono, tutti i progetti sul benessere animale e sulla sostenibilità degli allevamenti che tutto il Paese oramai chiede.
Ad esser danneggiate, insomma, non sarebbero solo le strutture ed il personale delle Ara su tutto il territorio nazionale, già impegnate negli ultimi anni in un faticosissimo processo di riorganizzazione. Ma lo sarebbe tutto il lavoro sin qui messo in campo al servizio degli allevatori italiani al fine di garantire qualità e salubrità delle produzioni di origine zootecnica, quindi la sicurezza alimentare dei cittadini italiani.
C’è da augurarsi, pertanto, un ripensamento rapido del Governo a fronte di una scelta  evidentemente non valutata nelle sue infauste conseguenze sulla credibilità dell’intero Sistema-Paese in campo zootecnico ed agroalimentare”.

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