La Feneal-Uil lancia, anche in Basilicata, una campagna di informazione per l'abolizione del contributo unificato: ''una tassa incostituzionale e iniqua'', introdotta dalla manovra economica, che prevede il pagamento obbligatorio, da parte del lavoratore (o del suo patrocinatore), di un onere monetario per l'iscrizione a ruolo delle cause di lavoro e previdenziali. La Feneal-Uil ritiene che ''questa tassa rappresenti una violazione del principio secondo il quale, tra due parti in conflitto, la legge debba tutelare anzitutto la parte più fragile e maggiormente indifesa, rappresentata nella totalità delle cause di lavoro dal lavoratore''. Per questo, ritiene ''necessario ed urgente un ripensamento legislativo, e lancia fin da ora un appello a tutti i gruppi parlamentari di maggioranza ed opposizione”.
Nel ricordare che la tassa ha un importo che varia dai 18,50 ai 773 euro in relazione al valore dell'oggetto della causa, il segretario generale regionale della Feneal-Uil lucana Domenico Palma afferma che “la questione ha una valenza nazionale e va affrontata con urgenza in tutti i territori e non soltanto nei cantieri. E' necessario sostenere e diffondere queste informazioni al fine di riuscire a smuovere il Parlamento perché ci sia un ripensamento legislativo che annulli gli effetti di tale norma”.
L’articolo impone ai lavoratori, che debbano ricorrere alle vie legali per evitare un licenziamento o dare soluzioni a controversie economiche o ancora rivendicare i propri diritti in caso di infortunio, un contributo economico che finirà per aggravare ulteriormente le condizioni economiche di lavoratrici e lavoratori che già si trovano in momenti di grave difficoltà. Naturalmente è facile prevedere come questo procedimento, oltre che costituire un costo aggiuntivo per le famiglie che dovranno affrontare una qualche causa di lavoro, potrebbe finire per scoraggiare il ricorso alla legge aggiungendo ingiustizia ad ingiustizia. 'Dobbiamo – conclude il segretario – impegnarci su questo tema, promuovendo azioni ed iniziative che mantengano alta l’attenzione e creino sensibilità sociale al fine di annullare una tassa incostituzionale ed iniqua che rappresenta una restrizione di diritti fondamentali e che, in un momento di crisi come questo, penalizza sempre di più il lavoro”.
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