Federalismo differenziato, Mollica: Regione sia protagonista

Il presidente dell’Assemblea propone “di puntare sulle materie cui possiamo far fronte con le risorse finanziarie a disposizione e che risultano cruciali per lo sviluppo del territorio favorendo, nel contempo, un beneficio a sostegno dei cittadini”

&ldquo;L&rsquo;attivazione di forme e condizioni particolari di autonomia presenta significative opportunit&agrave; per il sistema istituzionale nel suo complesso, oltre che per la singola Regione interessata. La valorizzazione delle identit&agrave;, delle vocazioni e delle potenzialit&agrave; regionali determinano infatti l&#39;inserimento di elementi di dinamismo nell&#39;intero sistema regionale e, in prospettiva, la possibilit&agrave; di favorire una competizione virtuosa tra i territori&rdquo;. Lo ha detto il presidente del Consiglio regionale Francesco Mollica, aprendo il dibattito sul &ldquo;federalismo differenziato&rdquo; che si &egrave; svolto oggi in Aula su richiesta del consigliere Lacorazza.<br /><br />A parere di Mollica &ldquo;l&rsquo;attuazione dell&#39;articolo 116, terzo comma, non deve peraltro essere intesa in alcun modo come lesiva dell&#39;unitariet&agrave; della Repubblica e del principio solidaristico che la contraddistingue. Uno dei punti pi&ugrave; delicati del dibattito riguarda il tema delle risorse finanziarie che devono accompagnare il processo di rafforzamento dell&#39;autonomia regionale. Al riguardo, nell&#39;ambito dell&#39;indagine conoscitiva &egrave; emersa come centrale l&#39;esigenza del rispetto del principio, elaborato dalla giurisprudenza costituzionale, della necessaria correlazione tra funzioni e risorse. La Regione Basilicata deve prepararsi a questo processo di differenziazione che sembra, ormai, inevitabile e lo deve fare da protagonista, individuando &lsquo;il&rsquo; o &lsquo;i&rsquo; settori prioritari la cui gestione autonoma implicherebbe ricadute positive in termini di sviluppo, crescita e tutela per il territorio e per l&rsquo;intera comunit&agrave;. Il mio personalissimo parere &egrave; di non perseguire, mutuandolo sic et simpliciter, l&rsquo;accordo preliminare d&rsquo;intesa sottoscritto dalle regioni Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna , che hanno chiesto di gestire in forma autonoma quasi tutte le 20 materie concorrenti e le 3 esclusive, ma di puntare, nell&rsquo;ambito delle stesse, su quelle cui possiamo far fronte con le risorse finanziarie a disposizione e che risultano cruciali per lo sviluppo del territorio favorendo, nel contempo, un beneficio a sostegno dei cittadini&rdquo;.<br /><br />&ldquo;A maggiori competenze dovrebbero corrispondere maggiori risorse- ha aggiunto ancora Mollica -, pensando in particolare al cosiddetto residuo fiscale a cui hanno fatto riferimento le Regioni interessate dall&rsquo;accordo, ovvero la differenza tra quanto i cittadini di una Regione versano allo Stato e quanti soldi tornano nel territorio attraverso investimenti e servizi ma, in questo caso, bisogna considerare che il gettito fiscale varia da Regione a Regione e di conseguenza il residuo fiscale. A questi, nel nostro caso, potrebbero aggiungersi le royalties del petrolio e dell&rsquo;acqua&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Alla luce di queste riflessioni &ndash; ha concluso Mollica – si pu&ograve; affermare che, molto probabilmente, la battaglia referendaria che ha visto la Regione Basilicata protagonista insieme ad altre 10 regioni, contro l&rsquo;art. 38 dello sblocca – Italia, poteva essere mutuata ed inserita nel contesto procedimentale previsto dall&rsquo;art. 116 della Costituzione per l&rsquo;acquisizione di ulteriori competenze in capo all&rsquo;ente Regione anche nel settore energetico e dunque, prima che il decreto sblocca – Italia vedesse la luce. Non dimentichiamo che la riforma &egrave; vigente dal 2001 ma soltanto i recenti referendum di Lombardia e Veneto e i negoziati dell&rsquo;Emilia Romagna hanno riacceso il dibattito sulle opportunit&agrave; previste dal rimodulato Titolo V della Costituzione. Lo stesso Statuto della Regione Basilicata, approvato di recente, che non fa riferimento ai principi del regionalismo asimmetrico, dovr&agrave; essere modificato alla luce delle decisioni che oggi prenderemo. Non &egrave; pi&ugrave; tempo di indugiare ma di affrontare la questione partendo con un confronto costruttivo gi&agrave; oggi, in questa sede&rdquo;.<br />

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