La Flc Cgil di Basilicata ha partecipato con una propria delegazione alla manifestazione studentesca tenutasi oggi a Potenza.
"Le ragioni della mobilitazione, da quella per un accesso universale e gratuito alla conoscenza a quella di un'istruzione pubblica di qualità sono le nostre ragioni. Le scelte del Governo, in perfetta continuità con
quelli precedenti, vogliono piegare la scuola e le università alle logiche del mercato e agli interessi delle imprese. Disoccupazione di massa, esclusione e marginalità sociale delle nuove generazioni sono le conseguenze delle politiche di austerità adottate dall’Europa e non si intravede alcun cambio di passo".
A parere del sindacato "per creare lavoro servono investimenti in ricerca, innovazione e istruzione e non ulteriore precarietà. Il Welfare deve garantire i diritti di cittadinanza a tutti estendendo gli ammortizzatori sociali e introducendo il reddito minimo. La scuola deve essere gratuita. Si riparta dal diritto allo studio per garantire a tutti il diritto universale al sapere. È questo il vero cambiamento di cui il Paese ha bisogno.
Nelle università e nella ricerca pubblica si licenziano i precari. Competizione individuale e tra le scuole,
allargamento dei poteri dei dirigenti scolastici, ingresso dei privati e riduzione degli spazi di democrazia sono inaccettabili perché segnano un radicale regresso culturale e sociale della scuola pubblica.
Non c’è certezza d’investimenti nonostante la forte diminuzione della spesa per istruzione e risorse nettamente inferiori alla media europea. Non si dice nulla sull’elevazione dell’obbligo scolastico a 18 anni, sul diritto allo studio e sull’apprendimento permanente.
Non vengono attivate misure efficaci – aggiunge la Fcl Cgil – per contrastare la dispersione scolastica e per ridurre l’alto tasso di coloro che non studiano e non lavorano. Si nega il rinnovo del contratto nazionale per tutti i lavoratori pubblici per ritornare al controllo della politica sul lavoro pubblico riducendo fortemente i salari e le libertà.
Per queste ragioni bisogna aprire una lunga fase di mobilitazione che unifichi giovani, sindacato, movimenti e associazioni perché solo con larghe coalizioni sociali si può affermare un vero cambiamento.
La manifestazione promossa dalla CGIL per il 25 ottobre e quella unitaria dei lavoratori pubblici dell'8 novembre indica un percorso di mobilitazione che ha l’ambizione di ricomporre il lavoro e di riscrivere un nuovo patto generazionale".
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