“Il rinvenimento dei fanghi di perforazione sversati illegalmente nell’area di Tempa Rossa 2, secondo le notizie allarmanti diffuse oggi da Il Quotidiano della Basilicata, e documentate da un perito della Procura della Repubblica del Tribunale di Potenza, è il banco di prova della volontà espressa proprio ieri dal Presidente De Filippo a superare ‘le innegabili scoperture del passato e a far tesoro degli errori’ dispiegando il massimo dell’iniziativa per affrontare questa nuova emergenza ambientale territoriale, questa volta con un metodo diverso dal passato, rinunciando a sottovalutazioni e a coperture”.
E’ quanto sostiene il coordinatore regionale di Fli sen. Egidio Digilio.
“Come sempre la magistratura sta facendo il suo corso ed è giusto che continui ad indagare per ricostruire quanto è accaduto e le responsabilità, anche – aggiunge – rispetto al più classico scaricabarile di responsabilità tra Total ed Eni. Vorrei ricordare che quando mi sono occupato dalla responsabilità della commissione regionale di indagine sull’attività Eni proprio sulla questione dello smaltimento dei fanghi di perforazione dei pozzi ho trovato lo sbarramento da parte dell’Eni. E’ questa una questione delicatissima e poco indagata e pertanto non mi meraviglio dell’inchiesta de Il Quotidiano della Basilicata. Ma adesso, rispetto al passato, la Regione ‘come pochi nel mondo’ dispone di tutte le strutture e gli strumenti, ultimo l’ennesimo Centro presentato ieri, e quindi non credo ci possano essere più alibi per non dare risposte ai cittadini specie in tema di tutela della salute, che per quanto riguarda il fenomeno dei tumori è da sempre una priorità, facendo registrare un sempre più diffuso allarme sociale. Per questa ragione, prima di rivolgermi al Ministro dell’Ambiente Clini, come ha fatto il mio collega di IdV per il Centro Oli di Viggiano, vorrei attendere l’iniziativa della Regione che oggi ha persino più uomini, mezzi, strutture, finanziamenti rispetto a quelli del Ministero. Quanto all’attività della Commissione Fenice che è anch’essa la cartina al tornasole del nuovo impegno ambientalista della Regione, mi permetto di consigliare al presidente Pagliuca che solo oggi denuncia l’impossibilità ad ottenere documenti e carte per svolgere il suo mandato di non cadere nella trappola della maggioranza di centrosinistra, la stessa trappola che mi era stata preparata con la commissione indagine Eni, e di trovare una via di uscita per portare a termine il mandato sul quale ci sono grandi e legittime aspettative della società lucana, denunciando con più forza ostacoli ed omissioni”.
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