“La polemica sulle risorse destinate alla Basilicata dal piano per il Sud rischia di nascondere il vero problema, vale a dire l'incapacità delle classi dirigenti del Mezzogiorno, con poche eccezioni, di programmare e spendere correttamente i fondi comunitari per progetti concreti di sviluppo”. Lo afferma il segretario generale della Cisl Basilicata, Nino Falotico, secondo cui “la decisione del governo Monti di riprogrammare le risorse comunitarie non spese è il segnale di un problema che per troppo tempo è stato sottovalutato nella comoda convinzione che la illimitata disponibilità di risorse compensasse l'efficacia della spesa”. Per Falotico “il tema non è il quanto ma il come e il perché queste risorse non sono state impegnate e spese. La supplenza del governo – continua Falotico – sposta il problema ma non lo risolve alla radice e soprattutto non risolve la questione, impellente per una regione come la Basilicata, relativa al rapporto tra spesa e resa in termini di ricchezza e posti di lavoro prodotti”. Secondo il segretario della Cisl lucana “ora il rischio è che, a fronte della riprogrammazione governativa delle risorse, le stesse restino impigliate negli ingranaggi della burocrazia. E’ prioritario mettere mano alla sburocratizzazione delle procedure e alla definizione di percorsi decisionali che, senza inficiare il criterio della partecipazione e della trasparenza, assicurino una corsia preferenziale ai grandi progetti di sviluppo. In tal senso la scelta di inserire nel patto per la crescita e il lavoro un capitolo dedicato alla sburocratizzazione è stata lungimirante nel cogliere la necessità di una radicale riforma dei meccanismi decisionali come fattore di competitività del territorio che incide sulla capacità di attrarre nuovi investimenti e produrre nuove opportunità di lavoro. Ora è necessario che la Giunta acceleri sulla costituzione della task force – conclude Falotico – per dare concreta attuazione agli indirizzi definiti dal piano”.
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