Falotico alla Cgil: “Noi non prendiamo lezioni”

“La Cisl non dà lezioni e non prende lezioni da nessuno”. È quanto dichiara il segretario della Cisl Basilicata, Nino Falotico. “La sentenza che ha reintegrato Barozzino, Lamorte e Pignatelli non può che farci piacere, ma la Cgil sbaglia a strumentalizzare la vicenda giudiziaria dei tre lavoratori Sata per armare una polemica sterile che non ha alcuna ragione d'esistere se non quella di una competizione fine a sé stessa e senza esclusione di colpi. La giustizia ha fatto il suo corso come noi abbiamo sempre auspicato. Affidarsi alla giustizia non è mai un esercizio vano e la sentenza della corte di appello di Potenza ne è la dimostrazione, ma occorre anche dire che la strumentalizzazione politica della vicenda ha fatto più male che bene ai tre lavoratori, al movimento sindacale e alle relazioni industriali dentro e fuori la Fiat. Ora Fiat rispetti la sentenza di reintegro e metta in condizione di nuocere i troppi capireparto con manie di grandezza. Quello che non possiamo permetterci è una fabbrica ingovernabile e fornire alla Fiat il pretesto per delocalizzare. I segnali in tal senso sono preoccupanti: Melfi al momento è l'unico stabilimento del gruppo Fiat a non essere stato interessato da nuovi investimenti e questo rischia di diventare un problema”.

“Chi, come la Cisl, si è preso insulti e bengala, ha visto le proprie sedi sindacali assaltate dai centri sociali e dalle frange più antagoniste della Fiom ed è costretto a svolgere il proprio lavoro sotto video sorveglianza non ha lezioni da prendere e può rivendicare uno stile sindacale che merita rispetto. Se fossi nella Cgil prenderei terribilmente sul serio le motivazioni sindacali dello smottamento di iscritti che si sta verificando tanto in Fiat quanto in aziende in cui è la Cgil ha ancora una forte rappresentanza, a nostro parere segnale inequivocabile della disaffezione dei lavoratori verso una linea sindacale sterile e inconcludente”.

E proprio sul tema della rappresentanza sindacale Falotico ricorda alla Cgil che “furono la Fiom e la sinistra radicale a invocare la manomissione dell'articolo 19 dello Statuto dei lavoratori con un referendum maldestro. Se la Fiom è fuori dagli organismi di rappresentanza in Fiat lo si deve a quel referendum che, limitando la rappresentanza alle organizzazioni firmatarie di accordi nazionali, oggi per ironia della sorte si ritorce contro chi con eccessiva superficialità lo promosse. Prima di chiedere al governo di modificare l'articolo 19 inviterei una parte della Cgil a riflettere. La verità – continua Falotico – è che non c'è un problema di rappresentanza, la verità è che c'è un problema Fiom, ovvero di un sindacato che rappresenta un caso più unico che raro nel panorama sindacale italiano ed europeo. In altri settori non solo si firmano contratti unitari – fa notare il segretario della Cisl – ma si presentano piattaforme che sono il risultato di un lavoro comune”.

Sulla questione interviene anche il segretario generale della Fim Cisl Basilicata, Antonio Zenga, che accusa la Fiom di “doppiezza politica”. Per Zenga “ci sono almeno sei Fiom: quella che dice no al contratto nazionale Fiat, quella che dice no agli accordi per Pomigliano, Grugliasco, Mirafiori e Melfi, smentendo la posizione della sua stessa Rsu, ma anche quella che, al di fuori del recinto Fiat, non si fa scrupolo a firmare accordi in deroga al contratto nazionale, come nel caso della Lear di Caivano o dell'Alenia di Nola, che prevedono clausole più che peggiorative delle intese siglate in Fiat”.

“In Alenia la Fiom ha firmato un accordo – continua Zenga – che prevede 18 turni e un solo giorno di riposo, invece dei 3 giorni previsti in Fiat, e addirittura ben 200 ore di straordinario, 80 ore in più di quelle previste dal nuovo contratto nazionale Fiat. Non è la prima volta – evidenzia il segretario della Fim – che il gruppo dirigente della Fiom fa la voce grossa ai tavoli con la Fiat e poi accetta condizioni che sono l'esatto contrario di quanto propagandato sui mezzi d'informazione, come la tanto contestata clausola anti-sciopero alla Lear di Caivano”.

Per Zenga “un atteggiamento così schizofrenico genera solo confusione e indica una pericolosa doppiezza politica che non fa bene ai lavoratori come dimostra l'emorragia di iscritti e la dura presa di posizione dei suoi ex delegati”. Secondo il segretario della Fim “Marchionne e Landini fanno come il gatto e il topo, ma il problema è che a volte non si capisce chi è il gatto e chi il topo. Il sospetto è che l'uno abbia bisogno dell'altro per legittimarsi, ma il conflitto permanente porterà la Fiat al disastro e le recenti dichiarazioni di Marchionne sull'ipotesi di chiudere due dei cinque siti in attività non fanno che confermare i nostri sospetti”.

BAS 05

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