“Restituire una dimensione reale e meno pubblicitaria degli esiti occupazionali e delle ricadute effettive delle attività estrattive”
“L’economia del petrolio e il lavoro” è il titolo del volume di Davide Bubbico presentato nella sala A del Consiglio Regionale. È il risultato di un lavoro che in parte ha preso spunto dalla realizzazione di tre rapporti sulle problematiche occupazionali, economiche e sindacali di cui sono stati committenti la Fiom Basilicata, la Filctem Potenza e la Cgil Basilicata, nel 2009, nel 2012 e nel 2013.
Bubbico, ricercatore in Sociologia economica presso il Dipartimento di Scienze economiche e statistiche dell’Università di Salerno, da diversi anni affianca all’attività di ricerca in campo universitario quella sul terreno di inchiesta sindacale prima con la Cgil Basilicata, la Fiom Cgil Basilicata e la Filctem Cgil Potenza e ora con la Fiom Cgil nazionale.
Durante la presentazione è stato sottolineato che dalla metà degli anni novanta la Basilicata si trova al centro di interessi di portata nazionale per effetto delle attività estrattive di gas e petrolio che riguardano l’area della Val d’Agri.
“In Italia, negli ultimi anni – ha spiegato Davide Bubbico nel suo intervento – i consumi petroliferi, così come le importazioni di petrolio sono in netto calo. Le importazioni di petrolio, solo tra il 2009 e il 2014, sono passate da 68,8 milioni di tonnellate a 53,8 (-22 per cento). Il dato più importante da sottolineare – ha aggiunto – sta nella riduzione dei consumi petroliferi che solo tra il 2000 e 2013 sono passati in Italia da 93,5 a 60,2 milioni di tonnellate (-35,6 per cento). Diminuzione anche dei consumi di gas negli ultimi anni”.
Bubbico ha inoltre dichiarato che “L’occupazione in Val d’Agri collegata alle estrazioni petrolifere è aumentata, ma i dati comunicati da ENI nel suo ultimo Local Report dell’anno 2014 non corrispondono, secondo la nostra analisi, all’occupazione “ordinaria” (giornaliera) del sito. L’ENI ha riportato e pubblicizzato, per l’anno 2014, un’occupazione di 409 addetti alle sue dirette dipendenze (di cui 385 quelli impiegati in Basilicata, il resto in altre aree del Distretto Meridionale), che è il dato certo, e 3.121 nelle aziende dell’indotto”.
Secondo quanto è emerso nel corso della presentazione del libro, “il petrolio estratto in Basilicata non concorre a soddisfare una domanda crescente, ma sembra destinato ad accompagnare la riduzione progressiva del ricorso a questa fonte di energia. Inoltre gli investimenti di grandi gruppi industriali nazionali ed esteri sul territorio regionale avvengono in una situazione di debolezza programmatica e politica che riduce spesso i termini dello scambio ora alla risorsa finanziaria, ora all’occupazione, mettendo da parte scelte e opzioni di sviluppo di medio-lungo periodo e fattori di qualificazione delle stesse risorse finanziarie e dell’occupazione, per di più in un quadro di ritardi e mancanza di informazioni certe sul piano dei controlli ambientali e sanitari”.