Eni, Lacorazza: “Descalzi chiarisca cosa vuole fare”

Il commento del consigliere regionale del Pd dopo le dichiarazione dell’amministratore delegato

&ldquo;E se l&#39;art. 38 della Sblocca Italia non fosse stato modificato? E se fosse passata la riforma costituzionale il 4 dicembre? Se non avessimo conservato per il territorio un po&#39; di poteri? Leggo le dichiarazioni dell&#39;amministratore Eni Descalzi in cui sottolinea la disponibilit&agrave; al dialogo con i lucani. Si svela tutto oggi, si chiarisce a distanza di anni la verit&agrave;: i progetti di Eni in Basilicata non si limitavano al gi&agrave; fatto e al gi&agrave; dato&rdquo;.<br /><br />E&rsquo; quanto afferma il consigliere regionale del Pd Piero Lacorazza che aggiunge &ldquo;Descalzi chiarisca cosa vuole fare ma soprattutto il governo nazionale dica quali intenzioni ha davvero sulla Basilicata. Ho riproposto il piano delle aree per fare chiarezza; la proposta &egrave; stata approvata dal Consiglio regionale. In questi anni si &egrave; tentato di forzare in molte occasioni, si sono scelte scorciatoie ed interlocutori che sembravano pi&ugrave; flessibili. Si &egrave; sbagliato approccio, si &egrave; scelta la strada sbagliata e si &egrave; addirittura peggiorata la situazione&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Descalzi (non solo lui) &ndash; continua – si &egrave; chiesto il perch&eacute; proprio dalla Basilicata &egrave; venuta la spinta e la organizzazione di un referendum? Cosa unica nella storia d&#39;Italia. La complessit&agrave; della vicenda industriale avrebbe presupposto un diverso sistema di relazioni con il territorio. Non vado oltre. Prima di offrire nuovo lavoro si garantisca e si dia qualit&agrave; a quello che c&#39;&egrave; a partire dai cambi di appalto e dalle condizioni contrattuali dei lavoratori. Si aiutino le imprese a crescere dando margini ed opportunit&agrave; migliori. Si dia centralit&agrave; al territorio e a coloro che hanno responsabilit&agrave; istituzionali&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Il dialogo con i lucani &ndash; conclude Lacorazza – si &egrave; incrinato non per responsabilit&agrave; delle ottuse posizioni della comunit&agrave; regionale ma per come anche la sicurezza degli impianti e la gestione degli stessi &egrave; stata fatta. E infine il governo nazionale dove sta? Sull&#39;accordo Total lo Stato non ha messo un quattrino per infrastrutture, di Ires e patto di stabilit&agrave; neanche a parlarne (art. 36 dello Sblocca Italia). C&#39;&egrave; anche una parte di responsabilit&agrave; della Regione. Insomma il dialogo ha un presupposto: la fiducia&rdquo;.<br /><br />

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