Sono stati presentati A Roma i risultati del progetto Life+ “Validation of risk management tools for genetically modified plants in protected and sensitive areas in Italy” sulla valutazione dei rischi delle piante OGM nelle aree protette e sensibili in Italia nel corso di un convegno organizzato dall’ENEA, capofila del progetto.
"Il risultato finale del progetto – spiega una nota dell'Enea – è stato la convalida di una metodologia per il monitoraggio e la gestione dei possibili effetti ambientali delle piante geneticamente modificate sulla biodiversità vegetale e animale in condizioni reali di coltivazione. Gli studi, realizzati con la sperimentazione in campo senza l’utilizzo di colture geneticamente modificate, si sono concentrati sulla analisi dei livelli preesistenti di biodiversità nelle aree da proteggere.
Il progetto, del valore di 700 mila euro. ha riguardato quattro regioni italiane: Emilia-Romagna, Lazio, Puglia e Basilicata, quest’ultima nell’area SIC della costa Jonica, foce del Bradano.
“La valutazione dell'esposizione – ha spiegato Salvatore Arpaia, ricercatore ENEA della sede di Trisaia, Matera e ideatore del progetto – è stata effettuata attraverso il monitoraggio di quattro aree protette simulando una possibile esposizione a coltivazioni di mais e colza al fine di monitorare le interazioni fra gli agro-ecosistemi ed aree adiacenti, in particolare tramite la dispersione del polline. L'approccio è stato quello della biodiversità funzionale, termine usato in riferimento ai risvolti pratici e ai vantaggi che la biodiversità permette di conseguire nel campo coltivato. Attraverso la valutazione e il monitoraggio delle principali funzioni ecologiche quali l'impollinazione naturale, il controllo dei parassiti, le funzioni del suolo ecc. è possibile capire quali possano essere le conseguenze ecologiche del flusso genico da colture geneticamente modificate verso gli habitat circostanti”.
Studiando simultaneamente i due eventi è stato possibile produrre una caratterizzazione biologica delle quattro aree protette del progetto utilizzando anche modelli matematici. Il progetto ha permesso anche di classificare l’entomofauna (Lepidotteri, Coleotteri Coccinellidae) e la flora infestante (Brassicaceae), che ha permesso di acquisire ulteriori conoscenze dell’area protetta con l’individuazione di diverse specie animali e vegetali che fino ad oggi erano sconosciute in queste aree".
BAS 05