Ecomafie interviene Cantisani, responsabile regionale Idv

“Sembrerebbe che in Basilicata vi siano almeno 150 discariche abusive, buona parte delle quali, incoraggiate da connivenze istituzionali”.
“Abbandonati i vecchi sistemi, grazie all’attività di contrasto delle forze dell’ordine, la malavita organizzata starebbe ora tentando un salto di qualità attraverso una nuova fase organizzativa che punterebbe all’ingresso nelle istituzioni”.
E’ questo il grido d’allarme lanciato da Gaetano Cantisani, responsabile regionale Idv.
“Proprio la normativa vigente – dichiara Cantisani – avrebbe fin’ora consentito una serie di esemplificazioni nelle procedure di trasporto dei rifiuti (Ciclo). Ciò induce gli intermediari a muoversi a loro agio fra codici CER (Codice Europeo dei Rifiuti), formulari di trasporto modificabili e certificati di laboratori analisi compiacenti, uniti a silenzi conniventi di funzionari di Enti Strumentali. Sono proprio gli intermediari lo snodo fra la produzione e lo smaltimento. Loro si sono inventata la declassificazione dei rifiuti, grazie alla tecnica del “Giro Bolla”, da un centro di stoccaggio e trattamento ad un altro, mediante documentazioni di accompagnamento falsificate oppure sostituite durante il trasporto. Con questo sistema – evidenzia Cantisani- si “declassa” la tipologia del rifiuto e si aggira la normativa. Per ovviare alle mille difficoltà – secondo Cantisani- si starebbe puntando a intermediari istituzionali. L’alone di intangibilità che avvolge alcuni personaggi chiave nella pubblica amministrazione, il cui prezzo è spesso commisurato all’aureola di onnipotenza che si è creato, finisce per incoraggiare pratiche sotterranee di cupa illegalità. Certo, nessun funzionario urlerà la propria disponibilità ad essere sul libro paga dell’ecomafia. Quello che preoccupa – scrive infine Cantisani – è che la vera cerniera dei traffici ambientali, che talvolta, è gestita proprio da funzionari di Enti pubblici che attivano meccanismi contorti per coprire smaltimenti illegali”.

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