Il consigliere del Pdl nell’esprimere la più totale solidarietà ai dipendenti auspica “rimedi alternativi che consentano a questo storico ospedale di continuare la sua attività”
“Da troppo tempo la questione dell’ospedale Don Uva di Potenza tiene banco rimanendo irrisolta, oggi si inasprisce e rivela tutta la sua gravità causando un forte disagio sociale ed umano nei circa 400 lavoratori della sede potentina”. E’ quanto dichiara il consigliere regionale del Pdl, Gianni Rosa evidenziando che “in passato ero già intervenuto con interrogazioni consiliari ed una mozione (luglio 2012) che la maggioranza non ha voluto discutere. Eppure la situazione dell’Ente era drammatica, già da allora una discussione in Consiglio regionale sembrava opportuna. Adesso, a novembre nulla è risolto, anzi si continua nel disagio per i mancati pagamenti, e i vari incontri istituzionali con le parti sociali non hanno portato alcun beneficio con una Giunta regionale che non prende una posizione ‘forte, chiara e precisa’ sulla vicenda. Non bastano i comunicati stampa dell’assessore alla Salute Martorano, buoni per alimentare le pagine dei giornali ma inutili per i dipendenti del Don Uva”.
“Esprimo la mia più totale solidarietà umana – aggiunge Rosa – ai lavoratori del Don Uva, da consigliere regionale continuerò a sostenerli con tutti gli strumenti che le norme ed i regolamenti prevedono, ed anche politici per sollevare con maggior forza la questione cercando di arrivare ad una soluzione positiva. Quella soluzione positiva che sia il Governo regionale che la maggioranza di centrosinistra non riescono a trovare evidenziando cosi tutta la loro fragilità politica, l’inerzia amministrativa e la pessima governance dei problemi concreti”.
“E’ necessario che la Regione Basilicata – conclude l’esponente del Pdl – trovi una vera alternativa per la salvaguardia del Don Uva e per i 400 dipendenti, mentre qualcuno di loro sta protestando salendo sui tetti di questo freddo autunno lucano. La soluzione non può essere procrastinata alla sentenza del Tribunale di Trani, già da ora occorre trovare soluzioni alternative che consentono a questo storico ospedale di continuare la sua attività e ai suoi dipendenti di avere una qualità della vita dignitosa garantendo il loro diritto allo stipendio e al lavoro”.